Con questa definizione si suole indicare il livello di coscienza che si struttura nel bambino appena nato e nei primi giorni e mesi di vita grazie alle prime esperienze sensoriali che il cervello comincia ad assorbire in quella primissima fase della vita.

Questo livello iniziale di coscienza come quello immediatamente successivo si struttura tenendo conto del livello di sviluppo del cervello che dopo la nascita continua a sviluppare la sua formazione anatomica grazie anche ala intensità e frequenza di esperienze che ne sollecitano lo sviluppo.

Si dovrebbe presumere che queste prime esperienze siano ascrivibili in modo prioritario agli input generati dal senso del tatto, anche se non si può escludere che esperienze rudimentali di tipo sensoriali possano essere state percepite dal feto anche nel corso della gravidanza.

E’ coscienza di tipo molto primitivo essendo strutturata in una fase iniziale della vita.

E’ un livello di coscienza molto diffusa e generalizzata.

A questo livello di coscienza e quindi alle esperienze tattili seguono immediatamente le esperienze derivanti dal senso del gusto .

Grazie a questo tipo di esperienze comincia a formarsi la coscienza definita di tipo orale.

A partire da questi livelli iniziali di coscienza si dovrebbe presumere l’inizio delle prime integrazioni di contenuti istintuali inconsci che dovrebbero innescare ed avviare nella coscienza il processo di crescita fino alla coscienza adulta definita come come coscienza di tipo genitale.

Processo questo molto problematico ed estremamente condizionato dal livello di coscienza dei membri dell’ambiente parentale infantile.

Come detto più volte per quanto i genitori possano amare i loro figli essi non possono dare ai loro figli un livello di sviluppo psichico superiore a quello da loro stessi raggiunto nelle prime fasi della loro vita in un ambiente parentale infantile che a sua volta ha imposto a questi genitori  i suoi limiti di sviluppo.

La coscienza di tipo anale talora si rappresenta talora nei sogni con un simbolo il cui nome, ritenuto greve, è riprovevole pronunciare nella buona società e cioè con l’immagine del culo.

Definizione simbolica di quel tipo di coscienza molto icastica ma anche molto pertinente.

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