Il tossicodipendente vive il proprio corpo come un simulacro della coscienza, una coscienza cieca e sorda , totalmente dissociata dal’inconscio e dai suoi contenuti.

Il corpo che attraverso il naso, la bocca, le vene, ecc. assume le sostanze psicotrope diventa il sostituto simbolico di quella coscienza che ove venisse attinta dalla libido muterebbe la propria totale condizione di chiusura nei confronti dei contenuti istintuali.

Al netto degli effetti biochimici che le sostanze producono nel cervello del tossicodipendente la continua assunzione di sostanze  invera lentamente il progetto di autodistruzione insito nel complesso di castrazione che opprime, accecandola, la coscienza dell’individuo.

 

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