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Tutti sappiamo ovviamente cosa significa imparare qualcosa.

L’individuo apprende  dai libri, dai rapporti umani , talora, non sempre dalle esperienze che ha vissuto.

Ma tutto ciò ha poco a che fare con l’organo che apprende.

L’organo che apprende , forse caso unico nella anatomia ed fisiologia umana, è un organo composto dal cervello e dalle  informazioni che esso ha assunto nel corso delle esperienze  vissute dall’individuo nel corso della sua vita.

Questo organo in parte materiale ed in parte immateriale si chiama , come ben si è capito,  “coscienza”.

Organo esso che ha poco ho nulla a che fare con ciò che con cui comunemente e nel linguaggio comune ci si riferisce usando quella parola.

Quell’organo è ben altro, è tutto un’altra cosa e soprattutto ha la grande forza e capacità di determinare istante per istante la vita dell’individuo.

Sempre a sua completa e totale insaputa , incoscienza ed inconsapevolezza.

A causa della qualità di informazioni/esperienze che l’hanno attinta la coscienza è in grado di determinare in ogni istante la vita e la qualità della vita dell’individuo stesso.

Dall’estremo più basso e terribile che di tale qualità si possa immaginare al livello più alto possibile di benessere.

A seguito di ogni nuova esperienza la coscienza  apprende qualcosa di nuovo e sulla base delle conseguenze di questa esperienza elabora un nuovo adattamento rispetto a quelle conseguenze predisponendo, se necessario rispetto ad esse, opportune difese.

Se una esperienza non è stata vissuta la coscienza non può apprendere e assumere , se necessarie, contromisure.

Il processo di crescita psichica mette in condizione ,giorno dopo giorno, sogno dopo sogno, interpretazione intuitiva dopo interpretazione  intuitiva dei significati, di vivere , conoscere ed apprendere esperienze che senza quel processo si comunque sarebbero vissute , senza alcuna difesa possibile, in totale inconsapevolezza.

E’ la consapevolezza che , vivendo quelle esperienze , mette in condizione la coscienza di predisporre difese e contromisure rispetto alle conseguenze generate da quelle esperienze.

Senza la consapevolezza l’individuo di quelle esperienze , quali che esse siano, sarebbe soggetto passivo ed inerme , di esse sarebbe vittima inconsapevole.

Nell’individuo inconscio le esperienze ed i loro significati trapassano ed agiscono la coscienza la quale a sua volta agisce e determina , in conseguenza, l’individuo stesso.

Senza che esso si renda conto di nulla e senza comprendere il senso di ciò che è costretto a vivere.

E di solito la domanda drammatica e priva di risposta che esso si pone sarà: “Perchè proprio a me ?”.

 

 

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