Sappiamo che quando si guarda una luce intensa la pupilla automaticamente si restringe per proteggere i recettori del fondo oculare che altrimenti verrebbero danneggiati.

Cosa c’è allora di strano se, a fronte di una sollecitazione emotiva o sensoriale troppo intensa per la capacità di percezione della coscienza del bambino, quella coscienza parzializza fino ad azzerarla la propria capacità di percezione ?

Si tenga inoltre presente che tanto più elevato è il livello di chiusura, di esclusione, di dissociazione, di castrazione esistente nell’ambiente familiare infantile tanto più feroce sarà il corrispondente livello di repressione nei confronti del processo di crescita psichica infantile e a ciò tanto più corrisponderà un livello di esclusione , di irrigidimento, di dissociazione da parte della coscienza infantile stessa.

 Da qui l’incapacità dell’individuo adulto inconscio di sé nonchè dissociato di percepire le proprie emozioni , i propri sentimenti, le proprie sensazioni.

La coscienza infantile a fronte di emozioni troppo intense rispetto alla propria capacità di percezione si chiude in parte e più spesso del tutto agli stimoli creativi dell’inconscio.

Nel quale peraltro quelle emozioni, quelle sensazioni, quei sentimenti vengono registrati.

Si potrebbe dire nel quale vengono vissute.

Si potrebbe dire: se non fosse che quelle emozioni ecc. non riescono a sono riuscite a raggiungere la coscienza cioè la capacità del piccolo individuo di percepirle.

In altri termini non riescono ad entrare nella esperienza del bambino.

Si tratta come nel caso della pupilla di una istintiva capacità di difesa finalizzata alla integrità della coscienza.

Un adattamento di sopravvivenza, quindi.

Ma dicevamo che quelle emozioni  ecc. vengono comunque vissute , comunque registrate dall’inconscio.

Gli eventi positivi o negativi della vita del bambino sono comunque avvenuti ed comunque hanno prodotto quelle emozioni ecc..

Esse però restano fuori della esperienza vissuta e  operano negativamente sul comportamento e la vita dell’individuo adulto attraverso la loro condizione di incoscienza.

La presa di coscienza delle esperienze infantili porta , e non può non portare, con sé quel bagaglio di emozioni , sentimenti e sensazioni che sono state vissute dal bambino (dal suo inconscio) ma non sono riuscite ad entrare, per una forma di autodifesa, nella sua percezione e quindi nella sua esperienza.

Ecco che allora la presa di coscienza delle esperienze infantili diventa anche la presa di coscienza e quindi la percezione di quelle emozioni ecc..

Questo avviene e può avvenire solo se si è raggiunto un livello di coscienza tale da consentire la percezione esperienziale di quel vissuto senza che ciò porti danno alla integrità della coscienza.

Sarà una esperienza questa una esperienza piacevole ? Sicuramente no.

Sarà in ogni caso una esperienza salutare per la psiche e la vita dell’individuo.

 

 

Torna alla home page    Torna all'indce 10 (anno 2014)