Accade che uno entri in un bazar gestito da cinesi e cerchi di spiegare a gesti qual’è l’oggetto che si desidera comprare.
Operazione questa frustrante e spesso inutile.
Si sa che la differenza tra la lingua cinese e la lingua italiana è abissale.E perfino la gestualità ha caratteristiche diverse tra gli individui appartenenti a quelle distanti aree linguistiche.
Si risolve il problema portando al bazar dei cinesi l’oggetto che si vuole acquistare cioè il modello di ciò che si vuole acquistare..”Ne voglio uno come questo !”.Ed allora tutto diventa più facile.
Così fa l’inconscio con la rispettiva coscienza attraverso i sogni.
Nel suo peculiare linguaggio simbolico porta alla coscienza tanti piccoli modelli di tante piccole parti del Sé dell’individuo.
Una specie di pezzi di un puzzle indispensabile per la sopravvivenza e la salute dell’individuo adulto.
Perché ciò avvenga occorre però capire la lingua dell’inconscio. Cioè comprendere il significato dei simboli onirici.
La coscienza umana sarebbe istintualmente e geneticamente attrezzata a capire quei simboli e quindi a prendere coscienza del modello del proprio Sé.
Occorre però prima insegnarle a sviluppare la propria funzione intuizione, la propria capacità intuitiva.
Se ciò non è avvenuto (e quando mai !) nel corso della infanzia ciò potrà avvenire grazie alla terapia analitica (ed ai suoi processi transferali).
La successiva autoanalisi, cioè l’interpretare da sé i propri sogni, affina e sviluppa ogni giorno di più quella capacità.