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Quando si formulano teorie ed ipotesi fondate su intuizioni spontanee resta costante il dubbio, non potendole verificare scientificamente, circa la loro fondatezza.
Che si fa a questo punto ?
Si spegne il cervello e si passa il proprio tempo a rimbecillirsi davanti alla tv oppure si va avanti esplorando ciò che si può esplorare partendo da quelle teorie, da quelle ipotesi ?.
Personalmente preferisco questa seconda soluzione e quindi vado avanti.
Ipotizziamo che l’ipotesi dei mutamenti quantici degli elettroni ed il fatto che essi siano una sorta di linguaggio della materia elementare che veicola informazioni dappertutto abbia un qualche fondamento.
In questo caso l’ipotesi che il passato (nello specifico l’imprinting infantile e più in generale le esperienze negative castranti) conservi la sua influenza perniciosa sulla psiche dell’individuo e sui suoi comportamenti, ecc. sarebbe dovuto al fatto che quelle esperienze negative hanno, fin dalla loro insorgenza, lasciato le loro tracce nei mutamenti quantici negli elettroni dei neuroni impedendo così la possibilità di integrare nella coscienza sia i significati del proprio Sé sia di attivare ivi il normale processo di crescita psichica.
Se così fosse vuol dire che non esistendo il tempo nella materia elementare in quei mutamenti quantici è memorizzato, qui ed ora, sia il passato che il futuro.
In altre parole il passato dell’individuo, a causa di quei mutamenti quantici, continua ad imperversare imperterrito nella vita dell’individuo almeno fino a quando di quelle esperienze negative e castranti, memorizzati e perpetuate in quei mutamenti, non si prenda coscienza.
Disattivandone per sempre gli effetti perniciosi.
Ma se così è, se così fosse, ciò significa che in quei mutamenti, in quel linguaggio è memorizzato anche il futuro prossimo dell’individuo.
Al trascorrere del tempo umano quei mutamenti quantici , che memorizzano il futuro dell’individuo, entrano , istante dopo istante, nell’orizzonte degli eventi e si trasformano (ed azionano) realtà.
Che l’individuo vive come se essa fosse, ed in verità essa è, la sua vita.
Che in questo caso non sarebbe perciò proprio nuovissima ed originale ma il risultato dell’azione di quel futuro in quei mutamenti quantici trascritto.
Naturalmente il solito ebete/intelligente si chiederà? : Ma allora se io invento uno strumento che sia capace di leggere quel linguaggio, espresso da quei mutamenti quantici, sono in grado di leggere il futuro?.
Teoricamente si.
Esistono peraltro individui, che a causa della loro particolare configurazione psichica, sono in grado di percepire in qualche modo il senso di quei mutamenti quantici e, più o meno confusamente, più o meno simbolicamente, riescono a percepire qualcosa di quel futuro.
A maggiore conferma che il futuro è là, non chissà dove, ma bensì lì, in quella configurazione quantica, in quel linguaggio degli elettroni che appartengono ai relativi neuroni.
(scritto il 12/12/22)