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Nel corso di questo lungo percorso di analisi ed interpretazione dei messaggi onirici credo di poter riferire su un particolare fenomeno: la ciclicità dei fenomeni nell’inconscio.

A distanza di tempo si manifestano nei sogni gli stessi “oggetti” dell’inconscio , in forma simbolica sempre diversa, ma sostanzialmente simili tra di loro con una particolarità: ogni volta essi si manifestano nella comunicazione onirica con un contenuto energetico decrescente l’uno rispetto agli altri che lo hanno preceduto.

Queste emergenze inconsce ad intensità energetica decrescente, a contenuto energetico sempre più basso, hanno, a causa di questa loro caratteristica energetica, un contenuto di aggressività nei confronti della coscienza sempre più basso e quindi diventano ogni volta più integrabili da parte di quel livello di coscienza al quale a quanto pare sono destinati.

Il che fa pensare ovviamente che la coscienza abbia una pluralità di livelli, e questo è cosa scontata, ciascuno dei quali ha un sempre maggiore livello di sensibilità (si potrebbe dire di delicatezza) tanto da essere necessario, ai fini della possibilità di integrazione del rispettivo contenuto inconscio, di un minor livello di energizzazione da parte di quel contenuto.

Questo si osserva nel corso di un lungo periodo di osservazione (e di interpretazione) dei contenuti dell’inconscio.

Si deve ora presumere con un certo fondamento che quando invece non sia in corso una terapia o una autoanalisi dei processi inconsci quei cicli, quella ciclicità, sia egualmente presente ma, diversamente a quanto accade nel corso dell’autoanalisi (e del conseguente processo di crescita psichica), i relativi contenuti inconsci si presentano ogni volta alla soglia della coscienza con intensità energetica sempre crescente ad ogni ciclo.

E ciò in quanto all’energia propria di  ciascuno di essi si assomma ogni volta il nuovo quid energetico tipico della ciclicità del sistema.

Il che renderebbe conto come, con l’avanzare dell’età, della possibilità sempre più probabile di “sforamenti”, di sconfinamenti, di quei contenuti sempre più energizzati o nella direzione del sintomo nevrotico o del sintomo psicosomatico e della patologia organica o nella direzione della psicosi.

Parrebbe anche che questa ciclicità sia presente non solo nella vita individuale ma che abbia un riferimento ed un percorso multigenerazionale.

Per cui ogni generazione sconta la difficoltà di integrazione dei propri contenuti inconsci in quanto sovraccaricati dalle energizzazioni che quei contenuti hanno subito nei cicli inconsci delle generazioni precedenti.

Come se ogni nuova generazione ereditasse da quella precedente le quote di “lavoro non fatto” a livello di mancata integrazione dei rispettivi contenuti inconsci.

E forse , ma è solo una ipotesi, è possibile allora che popolazioni con culture particolarmente repressive e sessuofobiche possano ad un certo momento della loro storia vivere condizioni conflittuali particolarmente drammatiche e sanguinarie o nelle forme di rivoluzioni liberatorie o in vere e proprie forme di psicosi di massa , di follia collettiva.

Insomma delle vere proprie forme drammatiche e terribili di rapido “scarico” dell’insopportabile sovraccarico energetico accumulato a livello psichico.

 

 

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