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Diceva Oscar Wilde che la verità è una cosa dolorosissima da dire e dolorosissima da ascoltare.

Sicuramente anche per questo la psiche individuale erge formidabili barriere per difendersi dalla dolorosità della verità, qualsiasi cosa si intenda con questa parola.

Quelle formidabili barriere sono issate per difendersi dalla conoscenza della propria realtà psichica, quale che essa sia.

Non è perciò opportuno , né utile , né terapeutico riferire all’individuo inconscio di sé in merito alla propria realtà psichica che in taluni casi è un vero e proprio mondo degli orrori.

E’ invece assolutamente utile e terapeutico metadire alla sua coscienza di quella realtà propinando questa curativa medicina in piccole dosi omeopatiche.

Metadire ciò dire non dicendo, dire dicendo altro in modo che il messaggio sia colto dalla coscienza ma non dall’ego.

Se il messaggio terapeutico va a segno nella coscienza essa inizierà una profonda rielaborazione della informazione avviando così un processo di mutamento ,un processo di trasformazione dell’adattamento possibile al mondo esterno ed al mondo interiore fino alla scoperta del proprio inconscio e dei suoi contenuti.

Inizia così un percorso di individuazione di sé che porterà nel passaggio successivo alla progressiva integrazione dei contenuti dell’inconscio sia relativi alla esperienze rimosse sia relativi ai contenuti del proprio Sé.

 

 

 

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