29/11/09

Il riflesso pavloviano.

 L’organo e la sua corrispondenza psichica si comporta esattamente come un animale privo di coscienza.

Il nucleo psichico dell’organo (la coscienza d’organo) e’ sensibile ai processi coattivi e se uno di questi processi e’ attivo ad ogni imput attiva il meccanismo ed il comportamento coattivo dell’organo e della sintomatologia corrispondente.

Esattamente come per l’animale che ripete coattivamente i comportamenti abitudinari acquisiti.

Verifichiamo sul campo.

La gatta è abituata ogni mattina, al levarsi dal letto della sua padrona, a ricevere la consueta ciotola di cibo.

Accade di solito e da molto tempo verso le sette del mattino.

Succede ora da qualche tempo che la padrona si svegli molto presto al mattino, verso le cinque, ed al risveglio si alzi dal letto.

A questo punto la gatta , che dormiva anch’essa, balza giù dal suo giaciglio e si aspetta di ricevere la consueta ciotola di cibo.

Ciò però non avviene in quanto la padrona della gatta ritiene che sia troppo presto per mangiare e vuole aspettare l’ora consueta.

La gatta comincia a smaniare, a fare miagolii lamentosi con toni da basso, ecc..

Finchè dopo alcune mattina di questa storia la bestiola rimette.

Avendo lo stomaco vuoto rimette una certa quantità di succhi gastrici.

Dopo il vomito comincia a tossire in quanto il passaggio dei succhi gastrici nella gola ha provocato una irritazione.

Il riflesso pavloviano non opera perciò solo sulla salivazione del cane di pavlov ma anche sulla produzione di succhi gastrici nello stomaco della gatta.

La quale si aspetta la consueta ciotola di cibo e comincia perciò a produrre succhi gastrici anticipatori del cibo stesso.

Siccome il cibo non arriva la conseguenza è il comportamento liberatorio dei succhi gastrici in eccesso.

Si può anche ipotizzare che il miagolio lamentoso sia causato dai bruciori che l’eccesso di succhi gastrici nello stomaco provoca alla gattina.

L’esempio ci dimostra qualcosa.

I comportamenti abitudinari che costruiscono una coazione a ripetere operano sull’organo (sullo stomaco nel caso in esame o sulle ghiandole salivari del cane di pavlov ) ma la percezione del comportamento abitudinario che innesca la coazione non appartiene certo all’organo.

Appartiene invece alla coscienza o più precisamente a quel nucleo di coscienza che ho prima definito “coscienza d’organo”.

Qui avviene la percezione dell’evento abitudinario, qui avviene la “programmazione” della risposta coattiva dell’organo, da qui parte ,al ricevimento dell’imput abitudinario, lo stimolo verso l’organo al fine di far scattare il comportamento coattivo.

Lo stesso probabilmente accade per i sintomi psicosomatici.

La coscienza percepisce l’imput abitudinario (il cui significato ha reso necessario la formazione della programmazione che genera la coazione) , essa genera allora la risposta comportamentale coattiva la quale a sua volta riflette e rappresenta il significato che l’input ricevuto dalla coscienza a sua volta rappresentava.

Questo processo ne ricorda un altro:

Quando l’analista riceve dal paziente il suo sogno egli, come fosse uno specchio, riflette (in altro modo ,in altro linguaggio) allo stesso il significato che il paziente gli ha offerto non essendo egli in grado di coglierlo.

Il sintomo psicosomatico è perciò la risposta significativa che l’organismo , come fosse l’individuo uno specchio, riflette verso l’ambiente che ha prodotto l’imput innescante, imput “portatore” a sua volta dello stesso significato.

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