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Sicuramente sono stati osservati gli stormi di uccelli quando tentano di sfuggire a qualche predatore.
Riuniti in grandi stormi, per simulare una dimensione che allarmi il predatore stesso, essi compiono continue evoluzioni e mutamenti della forma complessiva dello stormo e questo allo scopo di confonderlo.
Ogni uccello dello stormo imita istantaneamente nel corso del volo il comportamento (la velocità, l’altezza, la direzione) del vicino di stormo creando quell’effetto complessivo teso alla difesa dal predatore.
La stessa cosa e nelle stesse circostanze avviene nei branchi di piccoli pesci.
La cosa in quelle specie funziona così bene in quanto in assoluto il primo metodo di apprendimento della coscienza del cucciolo , a qualsiasi specie esso appartenga, è l’emulazione.
Attraverso questa tecnica e grazie ai linguaggi ed ai sensi che lo percepiscono la coscienza comincia a conoscere e quindi ad adattarsi e quindi ad emulare l’ambiente nel quale quel cucciolo è nato.
Comincia così l’imprinting infantile.
Il linguaggio, i linguaggi dell’ambiente parentale infantile cominciano così a strutturare costrutti nella coscienza infantile che tendono all’emulazione di quell’ambiente.
Tendono cioè a costruirne una immagine a specchio.
Questo spiega tutto ?
Nemmeno per sogno.
Lo scopo dell’apprendimento per imitazione e la funzione dell’imprinting infantile è costruire coscienze REALMENTE adattate all’ambiente parentale infantile.
Ed il solo linguaggio potrebbe far deviare da questo obiettivo.
Quell’adattamento necessario si raggiunge anche e soprattutto grazie al transfert cioè a forme di comunicazione subliminali che , esse sì, contribuiscono a sincronizzare la psiche infantile a quella dominante nell’ambito parentale.
Ciò che il linguaggio , i linguaggi dell’ambiente parentale infantile operano a livello di coscienza il transfert fa a livello di inconscio.
Ed allora il progetto emulativo raggiunge il suo scopo :La clonazione psichica (si sottolinea psichica, l’apparenza caratteriale è cosa diversa pur avendo quella radice) dell’infante rispetto all’ambiente nel quale esso è nato e nel quale sta crescendo.
Questo obiettivo è assolutamente vitale per le specie non umane.
Senza un adattamento efficiente all’ambiente nel quale l’animale vive non ci sarebbe sopravvivenza.
L’ambiente naturale favorisce lo sviluppo naturale della psiche del cucciolo delle specie non umane in quanto si ritiene, almeno io ritengo, che lo sviluppo psichico normale nasca da un progetto genetico nell’individuo esattamente come accade per la crescita fisica.
Nella specie umana le cose vanno diversamente.
Un ambiente parentale distorto, dissociato, patogenico crea psiche infantili a propria immagine senza che nella stragrande maggioranza dei casi ciò impedisca la sopravvivenza del nuovo venuto.
Non a breve scadenza almeno ma sempre con effetti tra i più deleteri sulla qualità della vita dell’adulto.
L’imposizione attraverso i linguaggi sensibili e subliminali di condizioni dissociative che paralizzano praticamente sul nascere ogni possibilità di sviluppo psichico normale ha creato nel tempo l’umanità che oggi , qui ed ora, osserviamo in ogni angolo del mondo.