E’ come se le esperienze particolarmente significative ed incisive vissute nella infanzia si riproponessero ciclicamente nella vita dell’individuo per tutto il corso della sua vita.
Riproponendosi sempre diversi nella forma della loro rappresentazione (sia sotto forma di eventi, sia sotto forma di sintomatologie , ecc.) ma sempre uguali nell’esprimere quello o quegli antichi significati a suo tempo introiettati.
E sempre riproponendo lo stesso carico di sofferenza, di dolore, di paura o talora di gioia.
Il processo di crescita, rispetto al ripetersi ciclico di quelle esperienze infantili e dei loro effetti sulla psiche e sull’individuo, funziona come una specie di cuneo che si interpone progressivamente sempre di più , via via che il suo sviluppo procede, tra la rappresentazione della originaria azione castrante e i suoi effetti coattivi sulla psiche e sull’individuo.
Dapprima attenuando quegli effetti fino , infine, ad impedirli completamente.
Il processo di crescita psichica e la coscienza del Sé (il suo obiettivo, il suo risultato) funzionano pertanto come una specie di scudo contro la pressione fattuale dell’azione castrante del complesso di castrazione.
Il quale vive e sopravvive oltre che della sua propria originaria forza anche della pressione che l’ambiente sociale (che con quel complesso ha notevoli conformità) esercita su di esso.
Inconsapevolmente per l’ego.