.               

Di incroci monumentali di questo tipo, tra strade tra loro perpendicolari, a Palermo se ne definiscono comunemente due: I “Quattro Canti” di città, verso i monti, ed i “Quattro Canti” di campagna, verso il mare.

Tutti credono che “quattro canti” significhi quattro cantoni, cioè incrocio di quattro strade.

Personalmente penso invece che con la dizione “quattro canti” si volle intendere che l’incrocio con le facciate monumentali dei i suoi quattro palazzi, che li costituiscono, con le loro caratteristiche simboliche: CANTINO*.

Cioè metadicono di sé e del Sé: Nelle facciate di questi palazzi, con una decorazione basata sull'uso degli ordini architettonici e di inserimenti figurativi che, dal basso in alto, si susseguono secondo un principio di ascensione dal mondo della natura a quello del cielo.

A.      Al piano inferiore, fontane che rappresentano i 4 fiumi** della città antica (Oreto, Kemonia***, Pannaria, Papireto****);

B.     Al livello superiore, un ordine in stile dorico, contenente le allegorie dalle quattro stagioni (rappresentate            

        da Eolo, Venere, Cerere e Bacco);

C.    L'ordine successivo, in stile ionico, ospita le statue di Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV;

D.    Infine, nell'ordine superiore, il più alto, le quattro sante palermitane: Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, le antiche patrone della città (prima  

        che    Santa Rosalia le soppiantasse tutte e quattro).

Quindi le quattro funzioni della coscienza così come si rappresentano:

Nel livello inferiore, nell’inconscio, nella natura dell’individuo;

Nella coscienza cognitiva;

Nella coscienza percettiva;

Nella coscienza quantistica. (Con le quattro sante e ciò in perfetta coincidenza mistica con l’ultimo canto della Divina Commedia, il Paradiso).

(*) Con riferimento alle "Vie dei Canti" degli aborigeni australiani.

(**) Lo stesso richiamo della fontana dei quattro fiumi di Piazza Navona a Roma.

(***) Per evitare il ripetersi di esondazioni nel 1550 sul fiume si costruì una diga che frenasse le sue acque che scendevano da Monreale.

Nel settembre del 1554 un terribile nubifragio generò un muro d’acqua alto 4 metri il quale spazzò via 44 metri di diga e travolse ed uccise  7000 persone (Un ben più grave Vajont antelitteram).

(****) Così chiamato a causa della abbondanza di papiri che ricoprivano anticamente le sue rive.

                               (scritto il 03/12/23)

 

 

 

 

 

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Gennaio 1924