.Per quanto possa apparire Giuseppe Mazzini in questa cosa c’entra poco o punto.
Qui si parla del rapporto che intercorre tra l’idea nuova che affiora alla coscienza dall’inconscio e la spinta che la coscienza , sotto la pressione energetica di questa nuova idea , porta all’ego ed all’individuo.
L’idea nuova emergente dall’inconscio porta con sé, esattamente come fanno i contenuti dell’inconscio quando vengono portati alla coscienza sotto forma di significati, una carica energetica, un quid o un quantum di energia la quale è come se svegliasse la coscienza dal suo “torpore” temporaneo spingendola all’azione.
La quale viene percepita dall’ego come una spinta all’agire nella direzione della attuazione di quella nuova idea.
E l’individuo consapevole di sé può decidere se assecondare questa pulsione o rimandarne l’attuazione oppure fare spallucce e la cosa finisce là.
La cosa potrebbe essere di poco interesse se essa non avesse una qualche importanza sulla genesi delle psicosi improvvise cioè del passaggio violento all’azione verso sé o verso altri.
Se la genesi è comune si deve pensare che nell’individuo che viene travolto da una psicosi tanto da sospingerlo incoercibilmente verso l’azione violenta un inconscio sovraccaricato “scarica” un surplus di energia in una coscienza fin troppo torpida superandone di forza le difese e le fin troppo forti resistenze.
Quale sia il grilletto , l’evento reale che ha creato il corto circuito scatenante non è dato sapere.
Sta d fatto che l’ego viene travolto e non è più in grado di operare un controllo su sé stesso.
Talora l’ego parrebbe perfino scomparire sotto quella spinta violenta ed incoercibile.
Troppo i contenuti inconsci sono stati ignorati e repressi, troppa pressione è cresciuta nell’inconscio sotto la spinta di un processo di crescita che la programmazione genetica sospinge verso l’attuazione ma che la coscienza non è in condizione di far “passare all’azione”, questa si salutare e vitale per l’individuo.