L'ego ad un certo punto con la meditazione ed il controllo volontario del respiro comincia ad assumere ed assume a sè il controllo della coscienza, attraverso il controllo VOLONTARIO del movimento respiratorio e la progressiva eliminazione della elaborazione spontanea del pensiero riottoso e caotico.

Ribalta cioè con la meditazione un rapporto di forza che prima era TOTALMENTE a favore della coscienza e della sua elaborazione neuronale.

Più o meno TOTALMENTE CONTRO IL SE' DELL'INDIVIDUO.

Tanto più si procede con la meditazione tanto più la coscienza IMPARA ad assumere a sé ciò che l'ego le sta VOLONTARIAMENTE IMPONENDO.

La coscienza impara una azione NUOVA:

Non più elaborare a caso e caoticamente false informazioni del sè e produrre sofferenza e patologie ma agire nell'interesse dell'ego e dell'individuo.

Con un effetto collaterale per nulla marginale: Consentire a quella coscienza, grazie allo stato di calma raggiunto e mantenuto di integrare SPONTANEAMENTE i contenuti istintuali /informazioni genetiche del proprio Sè.

Io credo ma qui occorrerebbe accettarlo con individui in una condizione molto avanzata di meditazione, anche con tecniche da neuroscienze, lo stato neurologicamente rilevabile di quella coscienza.

Forse simile a quella del bambino/a (e degli animali liberi), subito dopo la nascita, pronta a sviluppare in sé stessa, grazie alla mediazione della coscienza integrata del padre e della madre, il proprio processo di crescita psichica.

                  (scritto il 30/12/24)

 

 

 

 

 

 


 

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