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Uso il termine “isterico” in una accezione particolare e fuori, come al solito, dalle definizioni imposte dall’ortodossia .

Nelle prime fasi della vita il lavoro di costruzione della coscienza dissociata del bambino da parte dell’ambiente parentale è ancora  in corso e la costruzione dell’ego è molto indietro rispetto a quella costruzione.

Anche la costruzione di un adattamento possibile all’ambiente interno ed esterno da parte della coscienza stessa è in una fase diciamo così sperimentale, in una fase di continue prove ed errori.

Può succedere che in casi del genere il comportamento del bambino o della bambina si manifesti con comportamento iperattivi  oppure incontrollabili.

Accade talora che non aderendo ai desiderata del bambino o della bambina questa si scateni o in pianti irrefrenabili o in comportamenti estremamente agitati del tutto incontrollabili da parte dei genitori.

In comportamenti “isterici” appunto sui quali si osserva benissimo che  l’ego, ancora in fase di sviluppo del bambino,  non ha alcun potere di controllo tanto che , ed anche questo è osservabile, talora il bambino stesso è terrorizzato rispetto a questa perdita o impossibilità di controllo su sé stesso.

La coscienza dissociata si muove in questi casi come soggetto autonomo rispetto all’ego ed alla sua volontà ed attiva ed innesca comportamenti isterici incontrollabili per i motivi più svariati.

Nelle fasi più lievi questi comportamenti vengono definiti talora  “capricci” e , ed è la soluzione più sbagliata, repressi  talora con eccessiva energia.

Le manifestazioni  patologiche della autonomia della coscienza dissociata rispetto all’ego si manifestano non solo nei bambini il cui ego è in una fase prematura di sviluppo ma anche nell’adulto ogni volta che la coscienza dissociata impone coattivamente comportamenti non voluti o impedisce altrettanto coattivamente comportamenti desiderati.

Nella accezione illustrata l’isteria sarebbe insomma l’insieme di comportamenti imposti coattivamente dalla coscienza dissociata che si muove come soggetto autonomo rispetto all’ego (sia dell’adulto come del bambino) il quale non ha o non ancora il potere di controllo sulla coscienza stessa.

E’ in definitiva una attenuazione o una perdita severa della capacità volitiva , una attenuazione o una perdita severa di ciò che viene definito “libero arbitrio”, il quale sarebbe il bene maggiore del quale è stata dotata la specie umana.

Funzione questa che, nel suo massimo livello di esercizio, coincide con la salute e l’equilibrio mentale (cioè con la coscienza di sé, con la coscienza del Sè) e negli altri casi, via via attenuando,  con le patologie mentali di vario livello e di diversa natura.

 

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