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C. G. Jung descrive (in particolare nel suo “libro rosso”) questa sua azione mentale, l’immaginazione attiva, quasi suggerendone l’utilizzazione ai fini della crescita psichica.
Da una parte viene da chiedersi a che cazzo possa servire l’immaginazione attiva di Jung quando la funzione onirica fornisce in abbondanza tutti i significati/informazioni per prendere coscienza di Sé e delle proprie esperienze vissute.
Dato altresì che la funzione onirica è proprio lo strumento naturale (insieme alla funzione intuizione) per lo sviluppo di quel processo fino alla sua naturale conclusione.
Da un’altra parte viene da chiedersi anche se ciò che Jung nella sua esperienza chiama immaginazione attiva non sia invece una lunga sequenza spontanea di idee deliranti, un vero e proprio lungo episodio psicotico , il quale non ha portato Jung in manicomio solo grazie alla sua capacità di controllo e soprattutto grazie alla sua capacità di continuamente interpretarne i significati.
A questo punto suggerire l’immaginazione attiva come tecnica sostitutiva e/o integrativa della funzione onirica allo scopo di sviluppare un processo di crescita psichica è , per dirla con chiarezza, un suggerimento da irresponsabili.