L’osservatore osserva un evento e gli viene di attribuire ad esso un significato.
Quel significato è FORSE il significato di quell’evento ma SICURAMENTE è il significato di un qualche contenuto inconscio dell’osservatore stesso, contenuto che la sua coscienza non ha ancora recepito.
Nella fisica quantistica l’osservazione interagisce con il fenomeno osservato e l’osservazione restituisce all’osservatore di quel fenomeno il suo stato quantistico.
Prima della osservazione non era possibile conoscere lo stato di quel fenomeno e non era nemmeno sicuro che esso avesse un qualche stato o che non avesse tutti gli stati possibili.
Se si applicasse il concetto di prima alla fisica quantistica si potrebbe pensare che lo stato osservato e poi riferito del fenomeno è FORSE lo stato di quel fenomeno fisico (che tra l’altro l’effetto che l’osservazione ha prodotto su quel fenomeno) ma anche che esso è SICURAMENTE la rappresentazione dello stato puntuale di un qualche contenuto inconscio dell’osservatore stesso , stato che la sua coscienza non ha ancora recepito.
Il problema è :
L’osservatore inconscio di sé (e magari anche dissociato da sé stesso) è in grado di capire e riferire sul senso della realtà oggettiva che lo circonda , quale che essa sia, o può esprimere inconsciamente solo il senso, i significati dei suoi propri contenuti inconsci ?.
In altri termini l’osservatore inconscio (e magari dissociato da sé) è in grado di capire e di riferire della realtà oggettiva che osserva o ci riferisce sempre e solo di sé stesso ?.