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Come si è più volte ripetuto ed ipotizzato in questo lavoro il processo di crescita psichica fino alla presa di coscienza di sé è un processo assolutamente spontaneo in quanto, come io credo , esso ha le sue radici informative nel codice genetico individuale.
Eppurtuttavia esso è incredibilmente fragile in quanto un ambiente parentale ostile ai contenuti dell’inconscio può bloccarlo e paralizzarlo fin dal primo istante della nascita.
Per cui succede che in un individuo di notevole intelligenza , che pur ha conoscenza scientifica della psicoanalisi , che pur ha letto tutti i libri possibili di psicoanalisi ecc. la sua coscienza non “sappia” (cioè non ha coscienza) della struttura base che la sua psiche dovrebbe avere.
In altre parole nel corso del processo di crescita “indotto” dalla terapia analitica può saltare fuori che l’inconscio dell’individuo, grazie al transfert in atto con l’analista, dia alla sua coscienza inconsapevole le informazioni di base su quale debba essere quella struttura.
In altre parole che le dia l’informazione in base alla quale le comunica che la psiche, la sua psiche , è composta da “inconscio, ego e coscienza” e ciò attraverso un simbolo trinitario.
Occorre tenere presente che tra ciò che conosce l’ego e ciò che conosce la sua coscienza può esistere una divaricazione così estrema e radicale da giungere a quello che sembra perfino paradossale.
E non basta .
Nel corso di quel percorso terapeutico può saltare fuori che i processi di castrazione siano stati tanto radicali che ora per riattivare e far partire il processo di crescita spontanea è necessario fornire anche all’inconscio, e siamo sempre ad una consapevolezza acquisita grazie al transfert in atto, informazioni di base che inneschino quella partenza.
La quale successivamente procedere autonomamente e spontaneamente senza più bisogno della “stampella” fornita dall’inconscio e dalla consapevolezza dell’analista.