“Il soggetto sogna di avere tra le altre cose una piccola agenda, una agendina , con su scritti diversi nomi.”.
Alla nascita ,all’inizio fu il cervello.
All’inizio furono i sensi.
Le percezioni sensoriali del piccolo nato , il gusto, gli odori, la luce e poi lentamente le immagini, i primi suoni, i primi odori , il caldo ed il freddo , la fame e la sazietà, le sensazioni gratificanti e quelle dolorose ecc. ecc. sono per quel piccolo cervello informazioni, input creativi.
Input che fondano in esso il primo nucleo di coscienza destinato , sollecitazione dopo sollecitazione, input dopo input ,informazione dopo informazione ad ampliarsi ed ad arricchirsi sempre di più.
Finchè questa piccola coscienza in formazione raggiunge uno sviluppo grazie al quale comincia a dare un nome alle cose.
E di solito la prima figura alla quale viene dato il nome è com’è ovvio la figura materna.
Ed è quel nome che di solito per primo viene invocato:mamma.
Senza la coscienza le cose esisterebbero ma resterebbero per sempre prive di nome.
E’ la coscienza umana a dare alle cose il loro nome , nel linguaggio che le è proprio.
La piccola agenda del sogno, l’agendina con dentro scritti diversi nomi, rappresenta perciò una piccola coscienza , una coscienza peraltro troppo piccola per un essere umano adulto.
Rappresenta la struttura psichica , grazie alla quale , l’individuo AGISCE.
La struttura psichica che fa AGIRE.
Certo la piccola agendina , grazie alla interpretazione intuitiva dei sogni, può diventare sempre più grande , diventare un corposo elenco telefonico con moltissimi nomi.
Può diventare perfino l’enciclopedia Treccani che comprende i sé tutti i nomi delle cose.
Auspicabile è però che tra quei nomi ci fossero anche i tanti nomi del proprio Sé , i tanti significati che quel Sé descrivono.