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Per quello che qui ci occupa il terzo membro di questo proverbio (Venere), introdotto in esso dalla sessuofobia diffusa e dal razzismo di genere, può anche omettersi.
L’alcol e la nicotina modificano in qualche modo la fisiologia del cervello.
Lo stesso fanno le sostanze psicotrope dando , insieme alle prime due, all’individuo un qualche vantaggio o ristoro occasionale che nel medio e lungo periodo può rivelarsi devastante.
L’assunzione di sostanze che in qualche modo modificano la fisiologia del cervello è una rappresentazione sottile del profondo bisogno di mutare la propria coscienza dissociata che , come una morsa , serra implacabile le palle (e il corrispondente femminile) dell’individuo.
Coscienza che con il cervello ha com’è ovvio intrinseca convivenza.
Quella rappresentazione agita , quell’assunzione di sostanze, a fronte di un qualche ristoro occasionale produce alla lunga , come detto , lunga danni irreversibili nell’organismo.
L’agire tale rappresentazione è una trappola inconsapevole che il complesso di castrazione offre all’individuo inconscio.
E’ come se quel complesso dicesse alla coscienza cieca ed accecata dell’individuo:”Godi, godi pure per qualche attimo perché in realtà con i tuoi comportamenti stai inverando in te stesso il mio principio di auto distruzione”.
Quale che sia la cultura e l’intelligenza razionale dell’individuo quella trappola ha sempre un suo successo.
Ed ha successo in quanto l’individuo inconscio non ha nei suoi confronti nessuna difesa psichica.