Sarà l’ambiente nel quale l’animale nasce a condizionare e determinare il livello di crescita psichica possibile.

Livello per quell’animale assolutamente vitale dato che in ambiente potenzialmente ostile esso deve sviluppare la sua esistenza e perciò in carenza di sviluppo psichico completo (l’integrazione di sé e dei propri istinti) in quell’ambiente è destinato a soccombere.

Si può quindi dire che il livello di crescita psichica possibile di qualsiasi individuo, quale che sia la sua specie di appartenenza, è determinata in prima battuta dall’ambiente nel quale è nato e vive ed in seconda battuta dalle sue peculiari caratteristiche di specie.

Non si pensi però che l’ambiente esterno, naturale o sociale che sia, influenzi e determini solo ciò di cui si è scritto.

Le possibilità di crescita demografiche degli individui a qualsiasi specie essi appartengano è condizionata e determinata ancora dall’ambiente nel quale essi nascono e vivono.

Sarà la natura sociale di quell’ambiente o il carico alimentare disponibile o la presenza o l’assenza di predatori o qualsiasi altro elemento ambientale condizionante ma di fatto sarà ancora l’ambiente a determinare quel livello di sviluppo demografico.

Ed ancora.

La possibilità di evoluzione, nel senso darwiniano, di ogni singola specie e di ogni singolo individuo sarà ancora una volta condizionato e determinato dall’ambiente .

Il modo in cui l’ambiente comunica i propri limiti ai singoli individui ed alle specie viventi è ovviamente il linguaggio.

La carenza di cibo nell’ambiente è un linguaggio, la sua pericolosità rispetto alla sopravvivenza è un linguaggio, le tipologie climatiche dell’ambiente sono un linguaggio e così via.

Tutti linguaggi complessi rivolti alla percezione di ciascun individuo e di ciascuna specie.

Si può affermare ora che l’interlocutore ultimo di questi linguaggi sia ad un livello la psiche e ad un livello molto più profondo il codice genetico ?

Si può affermare ora che tra ambiente ,  quale che esso sia, e codice genetico esista una continua e costante interazione ,un vero e proprio dialogo che viaggia in  entrambi le direzioni ?.

E come può ampliarsi questa ipotesi nel rapporto tra ambienti parentali infantili esageratamente  castranti e la qualità della vita e delle patologie dell’adulto che in quell’ambiente ha subito il trattamento preparatorio alla sua vita futura ?

 

 

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