E’ piuttosto difficile adattarsi all’idea eppure è assolutamente necessario accettarla prima e conviverci dopo.
La coscienza e l’inconscio sono dei mondi psichici (sicuramente tale la prima, solo in parte il secondo) che pur determinando istante per istante ogni aspetto della vita e della realtà dell’individuo con questa realtà, così come razionalmente la conosciamo nonchè con i suoi personaggi, con la sua dialettica , con le sue relazioni, ecc. non hanno assolutamente nulla a che fare.
Sono mondi totalmente diversi e sopratutto completamente autonomi rispetto alla volontà ed alla capacità di comprensione dell'individuo inconscio.
E per indagarla la razionalità serve ben poco se non a nulla.
La sua vita simbolica ed la miriade di significati che quella vita produce e veicola è indagabile solo con l’intelligenza intuitiva, una intelligenza altra e ben diversa da quella razionale.
Intelligenza che si può e si deve apprendere, che si può sviluppare fino a rendere l’individuo in grado , un po’ alla volta , di comprendere i linguaggi simbolici.
Primi tra tutti quelli dei sogni.
In questi mondi diversi, ma non alieni anzi ben vivi dentro il cervello di ciascuno, si può scoprire di tutto.
Per esempio uno dei meccanismi di coazione della coscienza dissociata ed impestata ed infestata dal complesso di castrazione opera con una tattica particolarmente insidiosa.
In primo luogo ovviamente contro i contenuti inconsci ed istintuali del soggetto e, nell’adulto, come risorsa comportamentale inconsapevole nei confronti degli altri.
Risorsa comportamentale nel quale quel meccanismo castrante della coscienza va a autorappresentarsi.
Si può definire questa tattica come un specie di agguato in quanto il costrutto castrante dapprima produce da parte della coscienza comportamenti allettanti ed invitanti nei confronti dei contenuti inconsci ed istintuali per poi immediatamente attuare tecniche di castrazione e di rimozione nei loro confronti.
Tecniche di castrazione che inducono ovviamente sofferenza .
Questo meccanismo di coazione interiore può perdurare e ripetersi per tutta l’esistenza dell’individuo fino a sfinirlo per i continui e ripetuti go and stop e per le continue frustrazioni e sofferenze che il meccanismo induce nel profondo dell’individuo stesso.
Fino a produrre come meccanismo di autodifesa una sorta di anestetizzazione nei suoi confronti.
La filmografia è ormai diventata la moderna mitologia e gli antichi miti, ormai pressoché dimenticati , ha abbondantemente e riccamente sostituiti.
I film veicolano significati che attengono alla psiche dei loro creatori prima e che suoi spettatori dopo ben riconoscono inconsapevolmente come propri.
Significati che attengono a quei mondi diversi cui si accennava prima.
I meccanismi di azione del complesso di castrazione sono ben rappresentati simbolicamente per esempio in una parte del film “La leggenda del Re pescatore” con Robin Williams.
In una parte del film un orrifico Cavaliere Rosso si scatena contro il protagonista Parry ,completamente perso nella sua dissociazione da sé e nelle sue visioni , ogni volta che quest’ultimo viola qualcuna delle sue folli regole interiori.
La salvezza è individuata in una mitica coppa , il Santo Graal, simbolo ovviamente dell’inconscio negato, da sottrarre furtivamente ed avventurosamente da un palazzetto del centro di N.Y. nel quale era custodito.