.Dice K. Lorenz: la misura del nostro amore nei confronti degli animali è dato dalla quantità di sacrifici che siamo disposti a fare per essi.

Osservando i tanti gatti che hanno attraversato la mia esistenza si è capito che i gatti imparano moltissimo nel corso dell’imprinting infantile  e ciò in quanto questo apprendimento è in linea, e perciò favorisce, il loro sviluppo istintuale e psichico.

Sviluppo essenziale per la loro sopravvivenza da adulti.

Diversamente da ciò non riescono ad apprendere , né da piccoli né da adulti , da quelle esperienze che non siano in linea con quella istintualità e con quello sviluppo.

Tant’è che frequentemente ricascano negli stessi errori comportamentali che possono essere per loro dolorosissimi o potenzialmente fatali e addirittura fatali: Per esempio camminare pericolosamente sul bordo di un tetto (cascandone a volte giù) oppure correre all’impazzata dietro a qualche altro maschio che ne insidi  la territorialità senza curarsi del traffico e finendo sotto qualche auto.

E’ qui si individua una differenza tra la psiche animale e la psiche umana.

Mentre i gatti imparano poco o nulla di ciò che non li aiuta nel loro sviluppo istintuale e psichico, mentre apprendono moltissimo da ciò che è in linea e favorisce quello sviluppo, l’essere umano (la sua coscienza , la sua psiche) può apprendere nel corso del suo imprinting infantile costrutti castranti che quello sviluppo istintuale e psichico contrastano ed impediscono, anche ferocemente.

Da qui si scorge che è stata data all’essere umano una possibilità di vita in più rispetto alle altre specie.

L’animale non potrebbe sopravvivere se l’imprinting impedisse il suo sviluppo istintuale e psichico mentre l’essere umano sopravvive lo stesso.

Magari male, magari dolorosamente , magari impazzendo.

Ma sopravvive.

Da qui si scorge un’altra cosa.

Diversamente  dalla psiche animale la psiche umana o per meglio dire la sua coscienza ha da avere due diversi tipologie, come qui ipotizzato nel corso del lavoro.

Una coscienza sensoriale, la coscienza a specchio, che apprende dall’ambiente nel corso dell’imprinting infantile (coscienza forse identificabile (???) nella corteccia cerebrale) ed una coscienza più interna che apprende o dovrebbe apprendere (ove ciò venisse favorito dall’imprinting infantile) dall’inconscio, dalla istintualità, dai sogni, dai contenuti inconsci e così via.

Se i costrutti della coscienza a specchio impediscono i processi evolutivi della coscienza più profonda quei costrutti con il tempo sprofondano nell’inconscio e diventano il motore energizzante della dissociazione, dei caratteri alienati ed alienanti ,della pazzia e così via.

E a margine della citazione di Lorenz:Quanti sacrifici siamo disposti a fare per i nostri figli e quanti per i nostri contenuti inconsci ?

 

 

Torna alla home page    Torna all'indice 11 (anno 2015)