C’è una realtà (la realtà delle cose , la realtà delle persone) che si esprime con linguaggi razionali, che è sensorialmente percepibile e che viene compresa dall’ascoltatore razionale.

C’è inoltre una realtà (realtà delle cose, realtà degli esseri umani, realtà degli esseri viventi) che si esprime con linguaggi simbolici e può essere compresa, nei significati che veicola e che esprime ,  solo dall’ascoltatore che abbia sviluppato la propria funzione intuizione, la propria capacità intuitiva. .

Definiamo questa realtà realtà2.

Essa è la realtà dei comportamenti umani ed animali, la realtà dei sogni, la realtà dei simboli, la realtà dei miti e dei corpi mitologici, la realtà dei riti e delle ritualità.

Coloro che non sono riusciti o ai quali è stato impedito nell’infanzia di sviluppare le proprie capacità intuitive è come se guardassero il mondo con un occhio solo essendo stati accecati nell’altro occhio.

Vedono il mondo e la realtà come se avesse una sola dimensione (ignorandone la multidimensionalità) ed elaborano la propria visione del mondo con una quantità enormemente insufficiente di informazioni rispetto alla realtà nella quale vivono.

Sono costoro , una quantità molto alta di esseri umani, come dei moderni Polifemi.

Brancolano nel buio della coscienza , ignorano l’esistenza del loro personalissimo Ulisse e lo confondono con le pecore che fuggono dalla loro interiore caverna (è una metafora:pecore al posto di proiezioni.).

Le coscienze dissociate pur tuttavia non comprendendo i significati profondi dei linguaggi simbolici hanno di noma un, seppur rudimentale, attrezzaggio che consente loro, nella loro totale inconsapevolezza, di attribuire significati lontani o lontanissimi ai linguaggi simbolici della realtà2.

Comprensione inconscia,  o meglio travisamento inconscio dei significati, che induce gli individui verso decisioni e comportamenti che talora li portano alla rovina.

L’individuo inconscio e dissociato da sé è come una mosca chiusa in una bottiglia che spreca enormi energie e tutta la sua vita a sbattere qua e là contro le pareti della bottiglia senza alcuna speranza di venirne fuori.

Se non riconoscendo sé stesso.

 

 

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