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Questo meccanismo quantistico non è di immediata comprensione .

Parrebbe che l'entanglement quantistico, che veicola nello spazio le informazioni sui mutamenti quantici degli elettroni, mantenga gli effetti mutageni di queste informazioni quando (secondo la fisica classica) il percorso tra la partenza e l'arrivo è molto breve mentre il tempo intercorrente tra la stessa partenza e l'arrivo è molto lungo.

Al contrario l'effetto mutageno di quelle informazioni perde la sua efficacia quando il primo, la distanza tra partenza ed arrivo, è molto grande ed il tempo di percorrenza molto breve.

Parrebbe che in questo caso subentri come "smorzatore" di quegli effetti mutageni un effetto relativistico.

Ed, in questo caso l'effetto Nettuno, sarebbe un entanglement combinatorio tra meccanismi di fisica classica relativistici e meccanismi quantistici.

Articolo meglio e capovolgo, scandalosamente, ogni concezione comune ed ogni ipotesi relativa in merito (E’ la fisica quantistica, bellezza!).

Siccome la condizione dissociativa della coscienza risale, a quanto pare e con ogni probabilità,  fin dall'inizio  della nascita evoluzionistica della coscienza umana gli elettroni dei neuroni sono sempre stati  quindi (un tempo molto lungo, secondo la fisica classica, e a causa della atemporaleità della materia elementare) in una condizione di sovraeccitazione  per cui i corrispondenti neuroni di ogni nuovo nato  possono ricevere, a causa di ciò   solo false informazioni del proprio Sè, solo informazioni false su loro stessi.

In conseguenza di ciò l'entanglement quantistico veicola, a partire dagli elettroni sovraeccitati dei neuroni, informazioni patogeniche verso organi bersaglio dello stesso individuo (un percorso molto breve) mantenendo inalterati i suoi effetti patogenici.

Ciò è come dire che la condizione dissociativa della coscienza umana si trasmette geneticamente da una generazione all'altra nella specie umana praticamente da sempre.

E che si nasce perciò già geneticamente predisposti a quella condizione psichica patologica e che, dopo la nascita, essa può solo  peggiorare.

Questa tragica condizione genetica e psichica (che contrasta con il patrimonio genetico relativo alla reale natura dell'individuo) sarebbe una sorta di sfida evoluzionistica per ciascun essere umano, una sfida che lo costringe a volgersi verso la propria vita interiore al fine di contrastare e vincere questo amaro, patologico e patogenico "destino genetico".

A volgersi perciò ai propri sogni per comprendere i significati del proprio Sè e mutare in conseguenza una coscienza distorta che nasce geneticamente  cosi ma che è aliena rispetto alla reale natura di ciascun individuo.

Come se la nostra reale Natura ci volesse dire: “Bello, io ti ho dato nel tuo cervello tutti gli strumenti necessari per combattere la tua battaglia e salvare te stesso.Dato che ne sei capace e ne hai tutte le qualità alza il culo e combattila!”.

Altrimenti resta un robot che sembra umano e vivi la vita che ti ha imposto la parte sbagliata del tuo codice genetico*, **, ***

(*) Ed anche qui si scopre la grandezza di Eraclito: “Il conflitto è la madre di tutte le cose”.

(**) Ciò significa anche che il codice genetico contiene in forma criptata tutte le informazioni sulla totalità dell'esistente , sulla totalità del possibile e forse anche sulla totalità dell'impossibile . Esso potrebbe essere, in ogni specie vivente, la sintesi biologica di Dio.

(***) Ciò vuol dire anche che tra condizione quantica degli elettroni delle cellule neuronali e codice genetico c’è una continua interazione nel corso della quale la prima scambia informazioni quantiche con il secondo e il secondo scambia informazioni quantiche con il primo.

Ed anche questo è uno dei meccanismi della evoluzione darwiniana ed anche delle forme di regressione mentale e fisica.

(scritto il 20/12/22)

 

 

 

 


 

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