Nella sua monumentale ricerca C.G. Jung individuò nel’alchimia, nei processi alchemici medievali (una sorta di antica chimica sperimentale), una quantità di simboli e corpi simbolici che lasciavano intendere che quei processi rappresentassero non solo più o meno fantasiosi processi pseudo-chimici ma fossero anche rappresentazioni di contenuti dell’inconscio ed rappresentassero in parte in forma simbolica dei veri e propri percorsi di crescita psichica.
Ma non occorre risalire al medioevo per ritrovare dei corpus mitologici che anche loro vanno a rappresentare simbolicamente una varietà di contenuti dell’inconscio e di vari aspetti dei processi psichici.
Per esempio la filmografia ed in particolare i film western.
Una grande serie di questi film vede contrapposti i nativi americani (gli indiani) , di solito descritti come feroci e pericolosissimi selvaggi, e coloro che invadevano ed occupavano i loro territori.
Una storia che rappresenta anche un genocidio dei nativi americani che risultano di solito in quella filmografia assolutamente perdenti e sconfitti.
Si tratta invero della rappresentazione di un grande conflitto intrapsichico nel corso del quale i costrutti del falso sé sprofondano nell’inconscio, “occupandolo” , e sconfiggendovi ivi i contenuti istintuali dell’inconscio e del Sé .
Rappresenta in altri termini la fase del conflitto nel quale i costrutti del falso sé appresi nel corso dell’imprinting infantile sprofondano nell’inconscio ed ivi mettono radici.
Diventando da lì il motore energizzante dei tratti caratteriali, delle ossessioni, delle nevrosi e quant’altro.
In un’altra serie di quella filmografia viene rappresentata la lotta tra la legge e i criminali in un mondo ancora semiselvaggio nel quale la legge dominante è quella del più forte o del più cattivo.
Una specie di conflitto tra il bene ed il male che riporta simbolicamente e schematicamente all'interpretazione precedente.