Con questo termine si definisce sia l’improvviso e spontaneo manifestarsi alla coscienza di una intuizione spontanea sia la capacità intuitiva cioè la capacità che è propria della funzione intuizione di comprendere spontaneamente e senza l’ausilio della razionalità il significato dei simboli onirici e dei contenuti inconsci.
L’intuizione spontanea affiora alla coscienza come frutto del lavorio inconscio della funzione intuizione .
E’ sostanzialmente il risultato della elaborazione inconscia da parte del cervello dell’insieme delle informazioni possedute a quel determinato istante .
Si può pensare all’insight come al risultato improvviso e spontaneo, qui ed ora, della elaborazione di una supercomplessa equazione i cui termini noti (alla coscienza ma non all’ego) sono quelle informazioni e l’incognita da svelare è il significato trovato da quella elaborazione.
Qui ed ora. In quanto tra un minuto la qualità e la qualità di quell’insieme di informazioni sarà già cambiato.
Nel corso di un processo di crescita durante il quale si interpretano continuamente i propri e gli altrui sogni, i propri eventi dell’ambito, i propri comportamenti , i propri bisogni, ecc. la quantità e la qualità di quell’insieme di informazioni cambia continuamente.
Per cui l’insight affiorato alla coscienza al momento N è sicuramente meno “giusto” di quello che affiorerà alla coscienza al momento N+ 1.
Per quantità delle informazioni possedute dalla coscienza al momento N si intende la totalità delle informazioni di qualsiasi tipo posseduto dalla coscienza in quel momento, informazioni in grandissima parte sconosciute all’ego.
Quando nel corso del processo di crescita la capacità di interpretare i simboli onirici e non si sarà affinata riuscendo a ritrovare intuitivamente significati sempre più asintoticamente vicini ai significati “ultimi” (ammesso che l’uso di questo termine abbia un senso in psicoanalisi) di quei simboli la qualità delle informazioni relative al Sé ed all’inconscio verrà sempre più migliorata e così la quantità di informazioni sul Sé e sull’inconscio.
A partire da questo punto il risultato della supercomplessa equazione di cui si è detto sopra saranno sempre più affidabili e le intuizioni complessive ritrovate saranno sempre più vicine al “vero” (ammesso che l’uso di questo termine abbia un senso in psicoanalisi).
E secondo me questo è il massimo che ci si può aspettare in questo campo.
Peraltro è ovvio che gli insight non sono una dotazione esclusiva delle menti addestrate alle coese della psicoanalisi.
Alcune delle scoperte più importanti nel campo della fisica o della matematica sono il frutto di insight di menti addestrate alle cose della fisica o della matematica.
La storiella di I. Newton che vede cascare la mela dall’albero e capisce della forza di gravità è appunto una storiella per far capire come ad uno che è stato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi all’improvviso è venuta in mente un insight , una geniale intuizione , che gli ha fatto comprendere l’esistenza di una delle forze naturali, la forza di attrazione gravitazionale appunto, che ci impedisce di svolazzare nell’aria