Per quanto (mi) è dato capire la coscienza a specchio è struttura psichica , diversa dalla coscienza vera e propria, con una altissima capacità emulativa rispetto all’ambiente esterno reale.

Struttura, rispetto a questo ambiente ed in relazione ad esso , l’adattamento possibile dell’individuo.

Pare di capire che ciò che C.G. Jung definisce come “Persona” costituisca l’adattamento che si è strutturato nell’individuo rispetto al suo ambiente di vita.

La strutturazione dell’adattamento da parte della coscienza a specchio ha caratteristiche dinamiche. Nel senso che una esposizione temporanea ad un ambiente composto da personalità dissociate struttura un adattamento di tipo dissociativo.

Lo stesso, e con maggiore efficacia, se l’ambiente è composto da personalità castranti.

L’individuo cosciente di sé percepisce in sé a livello emozionale la costruzione di quella configurazione temporanea, derivante da una esposizione temporanea ad un ambiente dissociante, con sensazioni sgradevoli di varia natura.

L’esposizione prolungata rispetto a tali ambiente in individui psichicamente indifesi li espone concretamente al rischio della dissociazione o della psicopatia. Ciò in quanto la esposizione prolungata a questo ambiente, senza che l’individuo abbia rispetto ad esso difese adeguate o possibilità di fuga, implica con il tempo un approfondirsi di quella configurazione fino a strutturare nell’inconscio dei complessi energizzati che perpetuano, anche rispetto alla coscienza vera e propria, quella condizione dissociativa.

In parole povere un individuo privo delle opportune difese psichiche esposto per lungo tempo ad ambienti psichicamente malati non può che assumere in sé le stesse patologie mentali che poi con lo sviluppo la sua psiche, cercherà nei modi possibili, di compensare nella direzione di una apparente normalità.

 

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