Parrebbe essere regola generale della psiche umana che ciò che è nell’inconscio o che entra nell’inconscio grazie alla comunicazione subliminale tra inconsci (il transfert) DEVE, si ripete assolutamente DEVE, rappresentarsi  mediante  i linguaggi simbolici:

-          nei sogni;

-         in ciò che l’individuo fa, pensa e percepisce  in sé stesso;

-         negli eventi sincronici dell’ambito;

-         nei comportamenti agiti (e perciò si presume subliminalmente indotti) delle persone o degli animali dell’ambito    dell’individuo rispetto ai quali sia attivo un qualche legame affettivo.

Da ciò discende che non solo i sogni che l’individuo porta in terapia hanno significato ed assoluta importanza per tale terapia ma anche ogni evento reale che attinga l’individuo.

Hanno inoltre significato per l’ausilio a quella terapia anche i comportamenti notati e riferiti dall’individuo rispetto agli esseri viventi del proprio ambito familiare.

Da ciò discende che la terapia analitica svela la sua efficacia non solo quando agisce sulla configurazione psichica dell’individuo mutandola ma quando agisce anche sulla sua realtà d’ambito e sul suo ambito familiare che, solo apparentemente, non fa parte del setting analitico.

Si deve ancora osservare che la comunicazione subliminale tra inconsci, quale che sia la sua natura fisica,  è fenomeno reale fortissimamente  sottovalutato dalla conoscenza scientifica.

 

 

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