Dopo tanti anni di ricerca in psicoanalisi, dopo tante centinaia e migliaia di sogni interpretati, dopo tanti simboli di ogni genere incontrati,  forte è la tentazione di chiedersi quale sia la causa di tanto male.

Sambra perfino infantile chiederselo eppure una chiave di sintesi estrema è possibile.

La causa di tutto è un imprinting infantile che inculca nell’individuo , nella sua coscienza e quindi nel suo inconscio , un profondissimo odio verso sé stesso.

Un odio intenso, e purtroppo del tutto inconsapevole, di norma assolutamente non percepito verso la totalità di sé o verso grandi parti significativi di sé stessi.

Che questo odio possa chiamarsi complesso di castrazione o in un qualsiasi altro modo è solo una banale questione di nominalismo.

Quell’odio intensissimo talora può esternalizzarsi in forme di razzismo verso categorie di persone , in forme di sadismo o di autolesionismo, in forme omicidarie o suicidarie , in forme di violenza e di crudeltà più o meno orribili.

Oppure in varie forme di patologie con le quali il Sé negato e represso si manifesta in  nuove forme di “vita”, talora mortali per l’individuo , non avendo esso altro modo per manifestarsi ed in qualche modo esprimersi.

La regola che regola pressochè ogni cosa nella Natura è lo stato di necessità.

E’ lo stato di necessità cioè sono i varchi e le limitazioni imposte dall’ambiente a determinare le forme della evoluzione delle specie .

E’ lo stato di necessità cioè le opportunità o gli ostacoli a determinare la sopravvivenza o la soccombenza degli individui nel loro ambiente naturale.

E’ ancora lo stato di necessità cioè il limite imposto dall’ambiente parentale infantile (conforme al limite che ai suoi membri a loro volta è stato imposto nelle rispettive  infanzie) a determinare il possibile sviluppo o non sviluppo psichico dei figli.

E’ ancora lo stato di necessità, cioè le condizione di schermatura della coscienza,  a determinare se un contenuto inconscio possa prendere la strada della integrazione nella coscienza dell’individuo o prendere invece la strada altra della forma rappresentativa che è modo di manifestarsi alternativo e talora pericoloso.

E’ ancora lo stato di necessità , cioè l’insopportabilità dei propri sintomi o la rivolta contro le costrizioni della coscienza che li hanno determinati, a spingere verso la terapia analitica o verso qualsiasi altra forma di terapia possibile.

 

 

 

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