Nessuno ha dubbi , ma forse qualcuno ancora si illude che non sia così, che quando scriviamo, qualsiasi cosa scriviamo, in qualche modo indiretto, metaforico o simbolico raccontiamo agli altri parti di noi delle quali noi stessi non siamo coscienti.
E così sveliamo agli altri, spesso senza volerlo e senza saperlo, quelle parti di noi segrete.
Sapendolo e tanto per non sbagliare ora parlo di me.
Siccome ho personalmente fatto un certo percorso di esperienza per capire come funziono io e come funzionano gli altri ho capito alcune cose importanti delle quali, senza voler fare il professore per carità, senza montare in cattedra , un po’ vergognandomene e usando quel po’ di umiltà della quale pure sono tanto carente, vorrei fare parte agli altri.
Sperando di poter fare cosa utile.
Detto questo oggi vorrei parlare della seconda intelligenza cioè della intuizione.
(Qualcuno penserà come Don Abbondio:Carneade chi era costui ?. Calma !)
Per molti anni ho creduto che ciò che capivo razionalmente era , nel limite della mia modesta intelligenza , tutto ciò che c’era da capire.
Ignoravo l’esistenza dell’inconscio e del mondo del simbolismo.
Avendolo via via conosciuto mi sono reso conto che quel mondo non può, assolutamente non può, essere capito razionalmente e con gli strumenti della logica.
(Mi dispiace per Enrico , il mio ottimo e preferito lettore, che di Logica è stato apprezzato professore, ma la Logica non è tutto).
E allora come si fa a capire le cose ?
Un po’ alla volta a forza di interpretare simboli si sviluppa una forma di intelligenza che si chiama intuizione. La seconda intelligenza appunto, l’altra intelligenza.
Essa è cosa misteriosa per chi non ne ha frequentazione e non l’ha mai conosciuta in sé.
Ma molte scoperte scientifiche nel campo della medicina e della fisica per esempio sono frutto della intuizione cioè della intelligenza intuitiva e non del ragionamento razionale.
Cioè frutto di ciò che viene in mente spontaneamente e di colpo, senza alcun ragionamento preparatorio.
Chi segue la Bibbia sa che un giorno San Paolo ne ha avuta una , ha avuto cioè una intuizione, sulla strada di Damasco.
Tanto forte essa deve essere stata e tanta intensamente quella intuizione gli deve essere affiorata alla mente che si suole dire che S. Paolo è stato “fulminato” sulla strada di Damasco.
Chi segue i fumetti di Topolino avrà notato che talora a qualche personaggio si accende una lampadina sopra la testa e si capisce che quel personaggio ha avuto una idea “fulminante” . Una intuizione appunto.
Di solito il personaggio è Archimede Pitagorico che in quei fumetti ha il ruolo dello scienziato mezzo matto.
Con l’intuizione e quindi non con il ragionamento razionale si interpreta il significato dei simboli siano essi o no onirici.
Di solito della intuizione , della idea intuitiva si dice che essa “viene in mente”.
In altre parole quando meno ce l’aspettiamo l’idea , la soluzione, il significato ci affiora alla mente all’improvviso e assolutamente spontaneamente.
E di solito ci battiamo una mano sulla fronte e diciamo:Ah! Per bacco ma come ho fatto a non pensarci prima !.
Se ci si fa caso l’intuizione spontanea , ciò che viene in mente all’improvviso , ha molto in comune con l’ispirazione creativa.
Uno sta là a guardare un fiore e gli viene in mente un verso e ci scrive sù una poesia. Oppure guarda il mare e gli viene in mente lo spunto per un racconto (auspicabilmente breve per non far crescere la barba agli incolpevoli ascoltatori).
L’intuizione e l’ispirazione sono così vicine e simili in quanto entrambi sono una voce dell’inconscio che riesce a giungere attraverso percorsi misteriosi alla coscienza .
Cioè viene in mente all’improvviso ed assolutamente spontaneamente.
E tornando all’inizio è per questo che qualunque cosa scriviamo, sotto la spinta della ispirazione spontanea, essa svela agli altri cose di noi che a noi stessi sono sconosciute.
Le svela con un linguaggio diverso dal consueto:il linguaggio dell’arte (si esprima esso nella forma letteraria oppure pittorica oppure teatrale o quant’altro).
Linguaggio che , come il linguaggio onirico, si manifesta in forma simbolica.