Se ad un bambino o ad una bambina ai primi mesi ed anni di vita viene impedito da un ambiente familiare ostile alla crescita psichica , in quanto tale ambiente è composto da genitori che hanno subito lo stesso “trattamento” nella loro infanzia, questa avversione ambientale è sostanzialmente una aggressione ostile, sia a livello cosciente con i comportamenti sensibili dei genitori sia a livello di inconscio , nei confronti del bambino o della bambina, del loro piccolo Sé, del loro progetto di crescita psichica, della loro possibilità di sviluppare una psiche da adulto cosciente di sé.
Questa aggressione silente , per quanto possa essere soffusa da amore familiare , è quello che in psicoanalisi ingenuamente viene definito “trauma infantile”.
E’ questo il trauma feroce al quale il bambino o la bambina vengono sottoposti , indifesi e senza possibilità di difendersene, dal loro ambiente famigliare infantile.
I genitori nelle loro rispettive infanzia sono stati castrati della loro possibilità di crescita e sviluppo psichico secondo il progetto del loro Sé (possiamo qui chiamarlo progetto genetico?) e questo risultato appioppano ai loro figli senza rendersene assolutamente conto.
Per quanto amore essi provino e donino ai loro figli quel risultato nefasto è praticamente ineluttabile.
Inconsci loro, inconsci i loro figli, dissociati loro dissociati i loro figli, castrati loro castrati i loro figli, psicopatici loro psicopatici i loro figli.
Ovvero, ma è cosa ben più rara, psichicamente adulti loro psichicamente adulti i loro figli, coscienti di sé loro coscienti di sé i loro figli.
E’ per questo che la psicoanalisi infantile è praticamente una burla.
Il bambino che manifesta segni di disturbo psichico è bambino profondamente disturbato dal suo stesso ambiente familiare ed è questo ambiente che occorre porre in terapia.
E sarà proprio questo ambiente, pur dichiarando ad altissima voce il proprio amore per i figli e la propria dedizione assoluta ad essi, che si rifiuterà di accedere alla terapia (che pure è indispensabile per il bene dei loro figli e della loro stessa vita) e che opporrà com’è, anche fin troppo ovvio, le peggiori resistenze verso la terapia stessa.