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Lo scrittore creativo , il poeta sotto la spinta della sua creatività e della sua ispirazione,  “elan” misterioso e spontaneo, voce del suo inconscio , scrive una trama, un dialogo, un verso.

Gli altri notano la bellezza del verso, l’immagine poetica che in essa si rappresenta , la forza creativa, l’eleganza dell’espressione.

Ma lo scrittore, il poeta a nulla di ciò è interessato.

Egli scrive il suo racconto , il suo verso perché in esso deve riversare qualche suo contenuto inconscio che in quel momento , in quell’istante, nell’istante della creazione debbono sfociare alla coscienza ed alla realtà.

Ben pochi di coloro che leggono comprendono i significati  che il poeta o lo scrittore vuole esprimere  e del resto nemmeno il poeta o lo scrittore comprende il senso di ciò che ha espresso.

Ad essi basta esprimere quei contenuti.

L’incomprensione dei significati , la cecità rispetto ad essi (che si tratti di opere letterarie  o di  sogni o di opere pittoriche ,ecc., ecc.) è la moderna e l’antica lebbra degli esseri umani di ogni tempo , esseri ai quali fin dalla nascita o poco dopo è stato amputata la capacità di comprendere.

Ogni produzione della creatività esprime significati inconsci del suo autore .

Significati che possono ed essere letti da chi dell’opera gode il contenuto.

Anzi essi vengono espressi nell’opera sia affinchè l’artista ne prenda coscienza e sia affinchè il fruitore, chiunque esso sia , ne goda i vantaggi di conoscenza.

Ma è tutto inutile a causa di quella peste,  di quella cecità , della oscurità che annebbia le coscienze dissociate.

Peste che diffida e contesta ogni possibile interpretazione del senso ,interpretazione  la quale ritenuta vera e giusta dal suo intuitivo interprete viene da tutti gli altri considerata falsa, se non addirittura allucinatoria.

Solo il musicista è esentato.

Il compositore esprime nella sua musica i propri significati profondi destinati a far vibrare corrispondenti corde profonde nell’ascoltatore ed i significati di  ciò che viene espresso con le note resta completamente al di fuori di ogni possibilità di comprensione.

Sia da parte del compositore sia da parte del rapito ascoltatore.

Non è così, come si è detto, per esempio nella letteratura.

Moby Dick di H. Melville.

Il romanzo è una rappresentazione simbolica di un feroce e mortale conflitto tra l’uomo solo razionale la cui coscienza è preda di un potente complesso di castrazione (l'Acab con una gamba sola) e la Natura e l’inconscio rappresentato dalla grande balena ,Moby Dick.

E’ anche rappresentazione di un processo di crescita psichica che si sviluppa nella psiche di Ismaele dopo l’incontro e la lunga frequentazione con il suo Sé (Queequeg, l’amico selvaggio e cannibale).

Il processo di crescita di Ismaele si concluderà  con la morte ed il superamento del complesso di castrazione e dell’uomo iperazionale (e di tutti i suoi sodali) grazie alle forze della Natura e dell’inconscio , con la morte del Sé (Queequeg) e con la salvezza di Ismaele , l’uomo nuovo , l’uomo rinnovato, unico sopravvissuto al terribile e mortale conflitto tra l’uomo accecato dall’odio a causa della sua psiche  malata e le forze della sua stessa Natura.

 

 

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