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Un adolescente ad un certo punto della sua vita esperisce alcuni comportamenti di ribellione rispetto al padre ed alle sue regole.
Niente di che , nulla di drammatico.
L’osservatore esterno può valutare questi comportamenti in una quantità di modalità diverse.
O anche non dare ad essi nessuna importanza.
Una di quelle interpretazioni possibili è che in quell’adolescente la coscienza ha raggiunto un punto di maturazione in base al quale sta mutando la sua dipendenza dalla figura paterna orientandosi verso una ben più importante figura interiore :il proprio Sé.
Detto in un altro modo:Sta transitando dalla infanzia alla adolescenza.
Questo “tradire” la figura paterna , pur amorevole , scatena nell’adolescente ovviamente dei sensi di colpa .
E subentra allora la funzione consolatoria della madre.
Funzione che è anche di supporto in questa fase di trasformazione.
E qui ora occorre riflettere sulla funzione della interpretazione mutuando un principio che è proprio della fisica quantistica:L’osservazione interagisce e muta la natura del fenomeno osservato.
Se a quella piccola sequenza di comportamenti riottosi nessuno desse attenzione ed importanza e soprattutto nessuno fornisse ad essi una interpretazione corretta niente cambierebbe in quell’adolescente e niente cambierebbe nel suo nucleo familiare.
Ma se qualcuno fornirà a quella sequenza di comportamenti una interpretazione corretta qualcosa muterà nella psiche dell’adolescente e omeostaticamente qualcosa muterà nel suo ambito familiare.
L’interpretazione intuitiva corretta “fa collassare la funzione d’onda” e l’interpretazione (come l’osservazione ) muterà la natura del fenomeno osservato.
Senza di essa nulla sarebbe mutato.
Grazie ad essa qualcosa muterà nella psiche dell’adolescente.
L’interpretazione interagisce , per vie misteriose ma poi nemmeno più di tanto, con la coscienza aiutandola e rendendone possibile la trasformazione.