Partiamo da due scenari possibili, da due tipologie di ambiente familiare infantile possibili.

Nel primo il bambino o la bambina sono esposte ad un ambiente anaffettivo o scarsamente affettivo con punte severe di repressione che giungono fino alla violenza ed alla brutalità.

Si struttura nella coscienza dei figli una condizione di dissociazione estrema  con profonde ferite psichiche nella coscienza stessa e profonde tracce di sofferenze nell’inconscio, sofferenze che la coscienza, per autodifesa, tiene lontane dalla percezione dell’ego.

Condizione psichica che , se si vuole, può definirsi complesso di castrazione o in qualunque altro modo tanto il risultato e gli effetti sono più o meno sempre gli stessi.

Nel secondo l’ambiente parentale infantile è comunque fortemente ostile ai contenuti istintuali del Sé e dell’inconscio ed il risultato è una coscienza comunque dissociata rispetto a quei contenuti con in più la convinzione profonda da parte dell’inconscio di un odio implacabile verso i propri contenuti.

Il risultato psichico nei bambini, poi adulti, nel caso dei due ambienti è praticamente lo stesso seppure gli effetti patogenici del primo siano assolutamente più estremizzati con in più il rischio  di possibili sbocchi psicotici.

In entrambi i casi il fattor comune è il convincimento profondo dell’inconscio , del resto assolutamente giustificato visti i risultati,  che l’ambiente reale abbia nutrito nell’infanzia e perciò  nutri ora proiettivamente nell’età adulta un odio profondo ed implacabile nei confronti del Sé, dell’inconscio e dei suoi contenuti.

Uno dei risultati comportamentali di questa condizione è da una parte quel convincimento più o meno latente e dall’altra parte l’intenso bisogno che l’ambiente reale nel quale l’adulto vive vada a rappresentare davanti ai suoi occhi quello scenario originario di persecuzione e di odio che nella infanzia ha alimentato, con una quantità di esperienze omologhe, la sua coscienza.

E ove lo scenario reale , familiare, lavorativo, sociale ecc., non sia all’altezza di quel bisogno profondo l’individuo si comporterà in modo che l’ambiente reale reagisce ai suoi comportamenti esattamente come egli intensamente , profondamente  ed inconsciamente  desidera.

Fino ad inverare nell’ambiente reale , sicuramente almeno a livello della sua percezione distorta, quello  scenario.

I comportamenti in grado da suscitare un intenso odio da parte dell’ambiente reale nonchè ovvie reazioni di tipo persecutorio e punitivo da parte dello stesso sono facilmente prevedibili: Si tratterà di comportamenti odiosi, provocatori , antisociali, criminali e sù sù fino al terrorismo di massa.

Fino alla realizzazione dell’obiettivo finale di quell’odio:l’autodistruzione.

 

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