Accade a molti uomini di non essere riusciti ad integrare nella propria coscienza nel corso dell’infanzia per le condizioni ostative imposte dalle condizioni psichiche prevalenti nell’ambito familiare uno dei due contenuti inconsci fondamentali e basilari della costruzione della coscienza di sé: il principio femminile.
Tale mancata integrazione genera tra la coscienza schermata e questo particolare contenuto inconscio una condizione di conflitto latente che ove particolarmente intenso può generare un odio latente della coscienza rispetto a questo contenuto.
Tale odio si esprimerà a livello di realtà con una quantità di sintomi comportamentali che andranno dalla “semplice” misoginia , alla segregazione sociale delle donne considerate socialmente inferiori ai maschi ed inadatte a svolgere i lavori che i maschi svolgono abitualmente.
In taluni casi la pressione del femminile negato sulla coscienza potrà essere percepito dall’individuo come una forma di omosessualità latente scatenando come forma di difesa sentimenti omofobici.
Tanto più intenso sarà quell’odio tanto più esso sarà sostenuto e reso perenne da condizioni sociali e culturali diffuse nonchè da opportune e congruenti credenze religiose .
Le donne verranno tenute ai margini e verrà negato loro il diritto di esporre il proprio viso ed i tratti della propria femminilità.
Nel rapporto di coppia quel sentimento profondo ed inconscio confliggerà contraddittoriamente con la naturale attrazione del maschio verso la femmina creando situazioni talora laceranti.
Nel rapporto di coppia accade anche che per diversi motivi quel conflitto intrapsichico del maschio, alimentato dall’odio verso il femminile, diventi sempre più intenso e si proietti sul rapporto.
In taluni casi esso genererà comportamenti violenti fino all’omicidio.