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Che connessione potrà mai esserci tra un odore sgradevole persistente e la completa rimozione di un impegno programmato e ripetuto già da diversi giorni ?.
Quale legame potrà mai esistere tra percezione olfattiva e memoria?
La cosa può essere fatta risalire ad un fenomeno parestetico?.
Tutto ciò che in termini di informazioni o di processi è presente nell'intero cervello viene categorizzato dalla coscienza secondo suoi schemi razionali e logici.
Quindi la percezione olfattiva e la memoria di un appuntamento sono cose tra loro diverse e lontane.
Certo un odore può suscitare un ricordo ed un ricordo evocare un particolarmente odore.
Nello inconscio invece tutto è connesso con tutto e tutto ciò che è interno al cervello in termini di informazioni giostra con tutto senza alcuna limitazione o remora.
Secondo me il problema non è di connessioni neuronali che generano parestesi ma bensì di un "parco" di informazioni, di tutte le informazioni possedute, allo interno del quale ogni connessione è libera e possibile.
La cosa ha molti punti in comune con il meccanismo di funzionamento della funzione intuizione e con quello delle associazioni spontanee che sono tra di loro molto simili se non addirittura identici.
Il "parco" di informazione del cervello potrebbe essere da una parte gestito com'è ovvio a livello neuronale e di sinapsi e (lo stesso parco) gestito , ed enormemente più interconnesso per quanto riguarda tutte le informazioni, ad un livello più profondo, forse a livello di materia elementare.
E a questo livello ogni connessione è possibile con riverberi a livello di coscienza e di realtà.
Parrebbe che l'esperienza vissuta tenda ogni volta a spostare un pò più in là il confine della conoscenza.
E d'altra parte quale altro strumento abbiamo per conoscere se non l'esperienza?.
Non suol dirsi forse che la esperienza è la madre del sapere?.
Parrebbe che il modo di pensare (nel senso di elaborare) della coscienza , modo in parte spontaneo ed in parte volontario (grazie alla funzione razionale), sia ,per quanto riguarda l'inconscio, un modo di "pensare" (termine a dir poco improprio) e di elaborare, sempre spontaneo e involontario , le cui elaborazioni possono essere percepite dalla coscienza grazie alla funzione intuizione.
Parrebbe che il nostro insieme biochimico , atomico e molecolare sia agitato da una spinta incoercibile verso la conoscenza , verso il farsi conoscere ,verso la coscienza.
Ed ogni occasione e buona rispetto a quel fine ed ogni occasione viene creata proprio per quel fine.
(*) Questa è un ipotizzare "al buio".senza riscontri di alcun tipo. Potrebbe trattarsi del caso classico (classico in psicoanalisi) in cui si ipotizza una certa teoria che si rivela in seguito un costrutto razionale che fa da protesi a qualcosa di sè che non si è capito.