La figura materna castrante non ha nulla a che vedere con la madre reale ma è una conseguenza dalla sua condizione psichica castratrice della quale essa è di solito assolutamente inconsapevole.
Condizione psichica che ha a sua volta ereditata dal proprio ambiente parentale infantile.
Lo stesso dicasi per la figura paterna castrante.
Ad osservare le cronache parrebbe che, trasmesse inconsapevolmente da generazione in generazione, certe condizioni psichiche attualissime derivino da condizioni psichiche risalenti all’uomo delle caverne quando gli umani erano antropofagi ed esistevano forme assolutamente primitive di linguaggio.
Forse era stata appena conquistata la postura eretta.
Le due figure parentali castranti hanno ruoli diversi.
La figura materna castrante struttura di sé la parte profonda della coscienza, quella parte della coscienza fisiologicamente destinata ad interfacciarsi (rispetto all’ego) con l’inconscio ed i suoi contenuti.
Con la conseguenza di creare strutture psichiche dissociative e dissocianti ed alienando l’individuo rispetto a sé stesso.
La figura paterna castrante invece struttura di sé la parte più superficiale della coscienza (quella che ho a suo tempo definito coscienza a specchio o coscienza sensoriale) la quale avrebbe la funzione di interfacciare l’ego con la realtà sensibile.
Costruendo perciò strutture di disadattamento o di difficile adattamento all’ambiente reale.