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Questi sono due raccontini. Niente di che .
Significano.
E chi ha capacità di capire capisca.
Computer quantistici |
Il piccolo grande teatro |
Big Joe era il grande computer della azienda nella quale lavorava da trent’anni un ometto che di computer poco capiva anche se per necessità aveva dovuto imparare a smanettare sulla tastiera per memorizzare in un grosso database l’infinità di dati che la ditta continuamente gli dava da caricare. Lavorando, chino ore a ore sulla tastiera, un giorno osservò un curioso fenomeno:Il computer oltre al lavoro che lui diligentemente stava facendo faceva di suo qualcos’altro. Vide con stupore che l’hard disk della macchina riceveva dati non si capiva da dove, li elaborava in una piccola parte della sua grande RAM e poi inviava il risultato di quella elaborazione non si sa dove. E tutto questo non tanto sotterraneo lavorio scorreva su una parte dello schermo mentre sull’altra parte scorrevano i dati che il nostro via via caricava. Una sera che era restato al lavoro, essendo rimasto indietro con il caricamento a causa della gran massa di dati che gli erano piovuti sul tavolo, nello spettrale silenzio degli uffici , mentre sul suo schermo scorrevano i dati di quella misteriosa elaborazione, sentì in lontananza il ronzio di un piccolo computer posto in una stanza lontana dalla sua. Andò a vedere e si accorse che il piccolo computer stava ricevendo il risultato della misteriosa elaborazione della grande macchina sulla quale prima stava lavorando. L’intera RAM del piccolo computer era investita dal risultato di quella elaborazione ed essa riproduceva sullo schermo e sulle stampanti ad esso collegato i vari risultati operativi.
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In fondo al vicolo Cannery una porticina dava accesso ad un piccolo teatro underground nel quale su un polveroso palcoscenico, grande poco più di uno stanzino, alcun attori mettevano in scena modeste opere . Gli attori ed il modesto spettacolo erano dirette da un regista cinese il quale, da dentro la buca del suggeritore, da una parte suggeriva le battute e dall’altra parte improvvisava le scene di piccole opere di sua creazione. La sera fino a tarda notte la passione teatrale animava di vita grande quel piccolo teatro senza pubblico. Ciò che nessuno sapeva era che tutto ciò che accadeva in quel piccolissimo palcoscenico , non si sa come , azionava con le sue piccole opere gli attori del Grande Teatro dell’Opera in centro sul cui palcoscenico altri attori riproponevano quello stesso spettacolo scena dopo scena, parola dopo parola. Tutto ciò che accadeva sul piccolo palcoscenico del teatro di Vicolo Cannery sotto la creativa direzione del regista cinese, quasi invisibile nella buia buca del suggeritore, si riproponeva , non si sa come, nel palcoscenico di quel grande teatro. E lo spettacolo veniva ben goduto da una gran quantità di pubblico in sala che molto intensamente partecipava emotivamente a ciò che accadeva su quel palcoscenico. |