La capacità di rimozione della coscienza struttura il proprio livello di azione nella prima infanzia ed ha allora lo scopo di mantenere la coscienza in equilibrio con l’ambiente umano circostante nonché mantenere in equilibrio la coscienza stessa con sé stessa.
E’ in sostanza, in quell’ambito temporale, una funzione di salvaguardia e di difesa di una coscienza infantile ancora in formazione.
Crescendo l’individuo però di solito cristallizza la capacità rimovente della propria coscienza al livello che era necessitato dall’ambiente parentale infantile nel quale l’individuo era nato.
Tale livello di capacità rimovente può però diventare ben presto incompatibile con le esigenze dell’adulto e spingerlo rapidamente verso condizioni estreme di nevrosi o psicopatie.
La capacità rimovente dei contenuti incompatibili con l’equilibrio della coscienza nelle condizioni determinate da quello stesso livello di capacità rimovente è esercitata dalla coscienza senza che essa dismetta la propria funzione principale di organo psichico preposto alla integrazione dei contenuti dell’inconscio destinati alla crescita psichica dell’individuo.
La cosa potrà apparire ed in effetti è contraddittoria ma la stessa coscienza che rimuove i contenuti inopportuni rispetto all’equilibrio della coscienza può integrare , quando il livello della propria capacità di rimozione via via lo consente , quei contenuti dell’inconscio e del Sé necessari alla crescita psichica dell’individuo.
Ciò però solo quando quella capacità di rimozione è stata via via ridotta nel corso dello sviluppo psichico al suo livello minimo di difesa fisiologica dell’equilibrio della coscienza adulta ed integrata.