Il narcisismo è il frutto velenoso di una coscienza priva di radici nell’inconscio e nella istintualità.
E’ la coscienza dissociata totalmente occupata dai Proci (vedi) cioè totalmente occupata dal falso sé e dalle sue protesi che vede di sé solo una immagine superficiale ed estetizzante.
La coscienza, infettata ed infestata dal narcisismo, è coscienza dedita alla comunicazione estetizzante fine a sé stessa ,una comunicazione che trasmette significati distorti e malati sia dell’essere che della vita.
Tale comunicazione trova orecchie ben disposte in altre coscienza omologhe a quella del comunicatore che in quella comunicazione vuota e superficiale trovano riscontro e conforto , identificazione ed simpatia.
E’ come se la coscienza dissociata traesse da quella comunicazione, così misera di senso, conferma della propria giustezza negandosi perciò la verità della propria devianza: “Ma che bello io sono come LUI (o LEI) , io sono come mille altri uguali a LUI(o LEI). Io perciò sono giusto”.
Il narcisismo è il catalizzatore indispensabile per la massificazione dell’individuo, per confermargli in ogni momento il suo essere uomo-massa, animale mancato buono per il consumo di massa, target indispensabile per il consumismo sfrenato e per i suoi strumenti di comunicazione.
Il narcisismo è l’attore principale, il protagonista assoluto di quella società dello spettacolo teorizzata tempo fa da Guy Debord nella quale l’immagine (e perciò l’apparire e perciò l’apparenza) era tutta la comunicazione possibile , un nulla estetico nel quale solo la realtà sensoriale esiste ed ha senso.
Nei primi anni del secolo scorso fu il Futurismo a costruire una ideologia del nulla , una ideologia del narcisismo ,una ideologia del mutamento rivoluzionario che ambiva al reazionismo conservatore dello status quo (non a caso ideologia molto ammirata dal fascismo).
Nel corso dei decenni una quantità di leader politici inconsciamente (o furbescamente) a quel pantano hanno attinto ed ancora attingono.