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Ombrino arriva nel cortile un paio di anni fa.
E’ cieco da un occhio ed ha avuto la ventura (sic) di incontrare una zelante volontaria dell’E.N.P.A che lo ha catturato e castrato.
Insomma di esperienze negative deve averne avute alquante.
E’ un gatto spaventato e quando gli si dà una carezza la prima reazione è il sobbalzare spaventato.
Affetto dopo affetto scopre la meraviglia dell’essere amato e diventa perfino appiccicoso tanto da meritarsi il soprannome di “francobollo”.
Giorno dopo giorno , cibo dopo cibo, affetto dopo affetto Ombrino comincia a riacquistare fiducia in sé stesso.
Sta sempre a debita distanza dal gatto Hulk che con gli altri maschi non scherza e si innamora di una bella gattina , sterilizzata anche lei , che segue ovunque.
Ora dorme tranquillo in un angolo del divano .
Una mattina Ombrino comincia a giocare.
Fa gli agguati agli altri gatti, subisce gli attacchi di essi.
Fruga nei buchi in cerca di prede e salta qua e là con una certa spensieratezza.
Il gioco o quanto meno la ripresa del gioco parrebbero essere sintomi dell’affiorare o del riaffiorare del Sé alla soglia della coscienza nel segno di una ripresa della vitalità psichica.
Il terrore e le esperienze negative avevano ricacciato indietro il Sé dalla coscienza (qui si presume ovviamente che i meccanismi di rimozione esistano anche nelle piccole coscienze dei gatti) e la cura e l’affetto (unica terapia “psicoanalitica” applicabile ad un gatto) abbiano “tirato fuori” il Sé del gatto e lo abbiano rimesso in gioco (letteralmente).
Si dovrebbe pensare al gioco infantile degli esseri umani come uno strumento spontaneo ed istintivo sia del bisogno di crescita psichica (nel senso di rappresentazione di esso laddove quel processo sia stato bloccato) sia come rappresentazione di un felice processo di crescita in corso (laddove al suo sviluppo sia stato dato il consenso).
Ed il giocatore ludopatico ci dice ancora che il gioco esprime un bisogno profondo per quanto riguarda la mancata crescita psichica e forse ci sta indicando uno strumento possibile in un ambito assistito per favorire quella crescita .