Spunta all’improvviso dalla terra e si innalza dritto come un fuso verso l’alto. Grosso, turgido diritto, nodoso. Si direbbe che cresce a vista d’occhio. E’ il germoglio spontaneo del bambù che richiama in tutto e per tutto il fallo in erezione.
E di esso dà spunto ed occasione di scrivere.
Il fallo eretto (e ogni simbolo fallico che in qualche lo rappresenti) ha una evidente forza evocativa che concentra l’attenzione sul suo aspetto sessuale.
Si tratta di aspetto fin troppo evidente ma di pura apparenza.
I simboli fallici, a causa del richiamo alla capacità di penetrazione , sono rappresentazioni complesse che richiamano il Sé ed i contenuti dell’inconscio ed il loro irrefrenabile bisogno di penetrare la coscienza.
Rappresentano certo il fallo eretto ma anche ciò che esso a sia volta rappresenta e cioè la capacità di capire di sé e dell’altro.
La paura del fallo eretto rappresenta una più profonda paura , la paura della penetrazione .
Penetrazione che può essere violenta e perciò temutissima richiamando la penetrazione psicotica dell’inconscio nella coscienza , la sua intrusione violenta, ma può essere invece atto di amore e di dolcezza e richiamare allora la penetrazione creativa di quei contenuti nella direzione del processo di crescita psichica.
Il complesso di castrazione indotto dalla figura materna nei confronti del figlio è conseguenza della paura ossessiva dei contenuti del proprio inconscio, del fallo eretto e di ciò che esso rappresenta , paura che induce comportamenti tesi alla castrazione psichica (e in conseguenza anche alla repressione della sessualità , se non alla vera e propria castrazione sessuale) del figlio maschio.
(Per inciso: La castrazione della sessualità istintuale dovuta a quelle motivazioni può anche non avere conseguenze apparenti sulla funzionalità della sessualità stessa. La coscienza infatti è in grado di realizzare costrutti emulativi più o meno efficienti della sessualità in sé i quali possono ben mascherare sia all’occhio dell’ego che a quello degli altri quella castrazione).
Castrazione che impedisce inoltre e soprattutto il normale sviluppo della funzione intuizione, della capacità di capire di sé, impedendo di fatto ogni possibilità di crescita psichica normale.
Nel complesso di castrazione indotto dalla figura paterna nei confronti della figlia femmina (con gli stessi effetti di cui sopra) la repressione si concentra sull’Animus della figlia , soggetto psichico quello sul quale viene proiettato dalla figura paterna il proprio fallo eretto visto come rappresentazione dello strumento di penetrazione dei contenuti dell’inconscio nella propria coscienza..