Occorre distinguere tra ciò che possiamo definire il piano della umanità e dei sentimenti e quello che è il piano psichico.
Occorre distinguere perché spesso ci si accorge che la perdita dell’oggetto (cioè la perdita delle proiezioni sull’oggetto) che amavamo e nel quale avevamo investito affettività ed il piano di ciò che quell’oggetto rappresentava sono due piani talora lontanissimi se non addirittura opposti.
La perdita dell’oggetto sul quale abbiamo investito affettività implica una sofferenza almeno fino a quando non si è elaborato il relativo lutto.
In tanta sofferenza per l’affetto perduto si può scoprire con sorpresa che quell’oggetto amato rappresentava un contenuto psichico orribile che ci ha tormentato per tutta la nostra esistenza.
E con sorpresa (ma stavolta con un sentimento positivo) scoprire che quella perdita dolorosa corrisponde al superamento di quel costrutto psichico tormentoso ed ostile.
Al livello dello psichismo corrisponde il piano della biologia, della biochimica, degli automatismi istintuali naturali e della fisica delle particelle.
Nell’individuo inconscio di sè l’ego è sostanzialmente soggetto alle forze di questo livello e risponde ad esse , anche a livello di scelte apparentemente volontarie, con una specie di movimento browniano, come una particella cioè priva di volontà soggetta nel liquido di controllo agli urti più o meno causali delle varie molecole del liquido stesso.