Come mai la mitologia , i grandi corpi mitologici che hanno accompagnato la storia dell’umanità per millenni in ogni continente oggi hanno esaurito la loro funzione  e sono praticamente scomparsi dalla scena del mondo se non come lacerto di una storia antichissima ?.

Dissolte le  ideologie, mitologie a loro modo,  che hanno resistito fino al secolo scorso sono sopravissuti oggi solo i corpi mitologici delle religioni.

Le quali hanno posto la credenza fideistica al posto della ragione e della intuizione.

Talune di esse dimenticando e disconoscendo perfino l’umanità dell'essere vivente.

I monumentali corpi mitologici si sono via via estinti in quanto nei tempi moderni sono stati molto più efficacemente sostituiti, tra l’altro,  dalla filmografia e dalle serie televisive.

Filmografia e serie tv le quali , come gli antichi miti e come i corpi mitologici delle religioni , continuano  a metadire all’individuo cose intensamente simboliche che la sua coscienza ignora e che quella coscienza dovrebbe invece interpretare al fine di assumerne in sé i significati .

Osserviamo ora due film entrambi con lo stesso contenuto simbolico: “The Terminal” di Steven Spielberg  e “The Truman Show” di Peter Weir.

In entrambi i film una “autorità superiore” costringe l’individuo a vivere , a sua insaputa (un po’ meno nel primo , in modo assoluto nel secondo) , in una condizione di irrealtà o di realtà artificiosa.

In una bolla di (solo) apparente realtà nel primo ed in una vera  e propria bolla (anche fisica)  di assoluta irrealtà nel secondo.

Introducendo a sua discrezione nella esistenza dell’individuo elementi di disturbo e di complicazione e costringendolo ogni volta a trovare la soluzione adattativa necessaria per, in quell’ambiente irreale ed irrealistico , sopravvivere.

Naturalmente si potrebbe pensare che quella “autorità superiore” in quei film rappresenti  l’onnipotente Dio o l’onnipotente “ambiente naturale”.

O , molto più ingenuamente,  il famoso “superego” (sic !).

Si potrebbe pensare ma così non è.

Quella “autorità superiore” , la quale  si incarna nel personaggio che crudelmente “tira i fili” della vita della vittima incolpevole (e nel secondo film  anche vittima inconsapevole) ,   rappresenta il complesso di castrazione e la coscienza dissociata ostile all’uomo , alla donna ed alla vita.

Dal quale l’individuo (in quei film e nella realtà) tenta più e più volte di liberarsi fino a quando finalmente vi riesce riuscendo a sfuggire a quella bolla crudele di irrealtà nel quale era stato rinchiuso (dai registi e dalla finzione nei due  film  e, nella vita reale  in un certo numero di casi,  dalle coscienze castranti di  genitori inconsapevoli nel corso dell’infanzia).

Per rientrare finalmente nella vita reale, a ciascun individuo, geneticamente destinatagli.

 

 

 

 

 

 

 

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