Il mistero della psiche umana è come il mistero, per l’ignaro, del funzionamento della materia elementare o del funzionamento della biochimica.
In tutti questi casi come in ogni altro aspetto della scienza si tratta di limiti della conoscenza.
Con una differenza.
Mentre in quei casi si può svelare quel mistero attraverso lo studio, l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità razionali nel caso della psiche quel mistero si può svelare solo attraverso lo studio, l’apprendimento e lo sviluppo delle capacità intuitive (quelle che a suo tempo ho definito la seconda intelligenza).
Nel caso delle altre scienze per capire e per sapere servono i libri mentre nel nostro caso servono i sogni e l’inconscio.
Nei bambini un imprinting infantile, di solito ostile alla crescita psichica, costruisce nella coscienza (e successivamente nell’inconscio) una sovrastruttura di blocco tra la coscienza e l’inconscio ed i suoi contenuti.
In conseguenza di ciò la coscienza , organo psichico funzionalmente autonomo rispetto all’ego, assume sull’individuo le informazioni esperenziali che l’ambiente familiare infantile e l’ambiente in genere le fornisce che costruiscono in essa una immagine falsa del Sé dell’individuo, cioè di ciò che realmente l’individuo è.
Per cui quella coscienza può sollecitare all’individuo impulsi femminili mentre egli appartiene al genere maschile, può indurlo a comportarsi da ebete mentre egli è potenzialmente intelligentissimo e così via.
Sovrastruttura di blocco totale o parziale si diceva che può al limite portare alla follia o al suicidio.
Se va bene alle nevrosi e ad una quantità infinita di somatizzazioni, talora perfino letali.
Ma c’è un rimedio , non so se per tutti ma certo per molti:la psicoanalisi.
Attraverso il lavoro dell’analista e la sua capacità di interpretare i sogni ed i comportamenti dei suoi pazienti il dialogo terapeutico comincia ad aprire varchi nella coscienza nella direzione del suo mutamento.
Successivamente inizia il cosiddetto transfert (che ha funzione molto più ampia di quella che comunemente si crede) nel corso del quale contenuti dell’inconscio bloccato, emarginato, incatenato, sacrificato, castrato, forse moribondo trovano una via di comunicazione verso l’inconscio , si presume e si spera, liberato dell’analista.
Il quale, ne sia consapevole o meno, veicola in qualche modo, in molti modi, quei contenuti alla coscienza del paziente.Funzionando perciò come una specie di by-pass.
Contenuti o new-entry i quali, elaborati da quella coscienza, insieme alla grande quantità di immondizia che essa crede essere conoscenza di sè, iniziano a mutarla.
Iniziano cioè ad erodere la sovrastruttura bloccante per aprire un varco di comunicazione tra essa e l’inconscio.
Quando la funzione di by-pass dell’analista non è più necessaria la terapia è finita ed inizia per il paziente un lungo periodo nel corso del quale la comunicazione tra inconscio e coscienza è aperta ed essa alimenta un processo di crescita ormai riattivato.
Senza che l’interessato si renda conto di nulla , senza che egli comprenda che gli eventi che sta vivendo sono una rappresentazione del procedere di quel processo.
Al più osserva una remissione del quadro sintomatologico più disturbante.
La cosa misteriosa da capire è che l’ego, la capacità di comprendere la propria realtà, il cosiddetto libero arbitrio, la cosiddetta volontà cosciente sono una piccolissima quasi insignificante parte dell’individuo inconscio e del funzionamento della sua psiche.
Nell’individuo inconscio dissociato da sé conta solo l’inconscio,i suoi contenuti ed i meccanismi coattivi che agiscono l’individuo senza che egli se ne renda minimamente conto.
La macchina operativa dell’inconscio dissociato è la coscienza ed i contenuti esperenziali accumulati da essa soprattutto nell’infanzia.
In questo circuito coattivo alienato ed alienante si perde l’individuo.
Il quale ritroverà sé stesso quando la sua coscienza, grazie alla terapia, individuerà il proprio inconscio cioè la propria fonte di vita, di rinascita, di crescita: La propria fonte di informazioni/significati finalmente veri.