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Due oleandri vivevano da tempo immemorabile lungo la recinzione del campo.
Un giorno il nuovo proprietario , straniero in quella terra lontana, issò un alto palo in mezzo ai due oleandri con in cima la bandiera del suo paese lontano.
Quando il vento soffiava da Sud verso Nord , vento di scirocco umido e caldo, la bandiera si volgeva al Nord e l’asta verso la stesa direzione si piegava.
Quando invece il vento soffiava da Nord verso Sud ,e talora era vento che portava burrasca ,la bandiera al contrario si volgeva al Sud e nella stessa direzione si inclinava l’asta.
Quando il vento da una parte o dall’altra era molto forte succedeva spesso che la bandiera si impigliasse tra i rami di uno dei due oleandri.
Si dibatteva allora penosamente e tentando di svincolarsi dalla presa con la quale quei rami ostili la imprigionavano.
Anzi sempre di più , mentre il vento infuriava , la imbrigliavano e, malamente per lei, la addomesticavano facendole perdere ogni bellezza ed ogni libertà.
Spegnendo il suo canto libero.
Doveva allora intervenire il proprietario del campo che con pazienza liberava la bandiera da quei rami molesti lasciandola così libera al vento .
L’asta si rizzava di colpo e la bandiera riprendeva immediatamente il suo grido che era ora un urlo di liberazione.
N.B.: Questa raccontino minchiatella (o bagatella che dir si voglia) descrive a modo suo un evento reale .
Ed insieme rappresenta (come sempre,come tutto) simbolicamente anche il danno provocato inconsapevolmente alla coscienza/bandiera infantile dall’ambito parentale infantile (ì due oleandri) nonchè la necessità ineluttabile dell’intervento consapevole dell’ego per liberare quella coscienza/bandiera da quelle , talora terribili , catene.