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I due giovani gorilla vivevano passando da un ramo all’altro.
Quando l’odore dei feromoni che la giovane gorilla spargeva a piene mani dappertutto giunse alle nari degli altri maschi molti di essi cominciarono ad arrampicarsi sui rami bassi dell’albero.
L’altro giovane gorilla che viveva molti rami più in là avverti anch’esso il potente invitante odore ma cautamente , osservando il comportamento della giovane che con potenti morsi faceva fuggire i vogliosi pretendenti, si tenne in disparte.
Il giovane da poco aveva percepito in sé qualcosa che sembrava un pensiero e qualcosa cominciava a capire del suo mondo.
Ed aveva insieme imparato a comandare quel pensiero orientandolo dove ne aveva più bisogno.
E cominciava perciò a differenziarsi dai suoi simili per avviarsi a fondare un nuova specie.
Di qualcosa la giovane gorilla doveva essersi accorta quando lo vedeva correre al suolo e gli invidiava quella sua insolita strana postura .
E lo guardava di sottecchi ,senza darlo a vedere , stizzita che proprio lui non ci provasse con lei.
Il giovane maschio da parte sua arrovellandosi tra il suo desiderio verso la vogliosa coinquilina ma spaventato dai feroci morsi che aveva visto infliggere ai suoi rivali, escogitò qualcosa.
Si ricordò che in altro angolo della foresta aveva assaggiato un grosso frutto dolce e gustoso che insieme l’aveva nutrito e dissetato *.
All’alba andò a raccoglierlo e poi timidamente un piccolo passo alla volta lo offrì all’oggetto del suo desiderio.
Lo offrì emettendo un suono particolare che era il nome di quel frutto.
E sì , perché poco dopo avere imparato a formulare pensieri egli aveva imparato ad emettere suoni articolati con i quali chiamava ciò che era vitale in quel suo mondo.
La giovane gorilla ,sentendo quel suono insolito e vedendo quell’appetitoso frutto, emise lo stesso suono dolce a sua volta ed alzò la coda offrendosi al suo spasimante.
(*) e non era una mela.