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Parecchi decenni fa ho visitato lo zoo di Roma .
E passando davanti alla grande gabbia del gorilla, aggrappato alle sue sbarre, i nostri occhi si sono incrociati .
E quello sguardo disperato e sofferto mi è rimasto , ancora oggi, dentro.
Ho visitato dopo altri zoo evitando accuratamente le gabbie delle scimmie sentendomi , allora come oggi , in colpa come specie per quelle orribili gabbie .
E provando orrore per me stesso per l’appartenere a questa specie.
E per inciso ,sia detto a nostro immenso disdoro , è possibile che gli animali selvatici con un cervello comparabile a quello umano e a quello delle grandi scimmie, avendo integrato nella loro coscienza , a differenza di molti umani, l’immagine del loro Sé (della loro reale natura) ed avendo con ogni probabilità sviluppato una funzione egotica di sviluppo simile a quello di un bambino soffrono disperatamente dell’orribile comportamento degli umani nei loro confronti.
Comportamento assolutamente identico a quello che la coscienza dissociata degli umani infligge al loro Sé e nel breve o nel lungo periodo a loro stessi.
Non so se si è capito ma in quel paio di film chiamati “Il pianeta delle scimmie” le grandi scimmie crudeli e sanguinarie rappresentano gli esseri umani e gli esseri umani oppressi e non capiti rappresentano invece le scimmie (ed in genere gli animali) .
E detto questo , da ipocrita, non riesco a diventare vegetariano.