L’inconscio è il luogo non luogo nel quale una infinità di contenuti antichi e recenti , arcaici ed attuali, si agitano in un moto perpetuo esposti ad ogni sollecitazione, ad ogni umore, ad ogni suggestione, ad ogni possibile vento.
Se fosse possibile intravederne il contenuto, (pensate a un vaso di cristallo pieno di contenuti inconsci !) esso apparirebbe forse come un insieme di componenti in perenne moto browniano.
Un perenne agitarsi alla , talora, disperata ricerca della via della coscienza o comunque di una qualsivoglia via per l’espressione.
L’individuo inconscio di sé e da sé dissociato agisce continuamente nei suoi comportamenti e nei suoi pensieri il caos interiore che lo agita.
Inquina, distrugge vite in ogni sua forma possibile, massacra inermi, distrugge ambienti, distrugge amore e trasferisce perciò quel suo individuale caos nella realtà del mondo.
Mentre la Natura costruisce dove può e come può nuove vite in ogni ambiente possibile l’individuo inconscio procede in direzione opposta.
La Natura vivente contribuisce nella sua azione a costruire nuovi ordini, a tentare di diminuire il caos del mondo, mentre l’individuo inconscio contribuisce ad aumentarne l’entropia.
E’ una grande e terribile lotta.
Della quale il pessimista guarda con orrore e sgomento la terribile possibile fine mentre l’ottimista sorride ai nuovi possibili orizzonti.